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Il ricordo delle vittime fasciste fa scaldare l’estate ostrense

L'HuffPost sulla partecipazione all'iniziativa del sindaco PD Storoni che replica: "Le ferite si devono rimarginare o si infettano"

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l'altare rimovibile a Ostra per ricordare le vittime fasciste della rappresaglia dei partigiani nel luglio 1944

Nel condannare la propaganda fascista, il Partito Democratico predica sul piano nazionale la più assoluta intransigenza, su quello locale pratica alle volte un ambiguo lassismo. È il caso di Ostra, piccolo paese di settemila anime in provincia di Ancona, dove le famiglie di tre martiri partigiani, fucilati dalle SS tedesche durante il periodo della Resistenza, vedono la memoria dei propri cari calpestata ogni anno l’11 luglio.

Una ferita che si è aperta 73 anni fa e che ancora non si è rimarginata perché il potere “temporale”, il sindaco, e quello “spirituale”, il parroco, contribuiscono in una singolare affinità d’intenti a gettarvi sopra altro sale. Come? Commemorando, a ogni anniversario, la morte di cinque spie nazifasciste proprio di fronte al luogo dove furono fucilati i tre partigiani. L’omaggio da una parte, l’oltraggio dall’altra“.

Inizia così l’articolo dell’Huffington Post “Il triste rituale di Ostra. L’omaggio di parroco, sindaco e Pd alle spie nazifasciste di fronte alla lapide dei partigiani” a firma di Claudio Paudice, dove si cita…

 

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