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Falconara, dal Comune lettera al ministro Toninelli contro le barriere acustiche

«Questo muro è uno sfregio alla città e lavoreremo per confrontarci con tutti gli interlocutori»

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Conferenza presso il Comune di Falconara

«Ministro Danilo Toninelli, venga a Falconara per rendersi conto dell’impatto devastante che le barriere per il risanamento acustico avrebbero sulla città». E’ l’invito che, con una lettera formale, il sindaco Stefania Signorini e la sua Giunta hanno inviato al vertice del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per ribadire la loro contrarietà al progetto presentato di Rfi e per chiedere soluzioni alternative alla realizzazione delle barriere, come l’arretramento della ferrovia, il suo interramento, il rinnovo del materiale rotabile, la realizzazione di interventi sui recettori, lo studio di orari e di velocità dei convogli che possano ridurre l’impatto acustico.

Al ministro Toninelli viene fatto presente che il ‘muro’ che si verrebbe a creare lungo la Flaminia, la strada più trafficata del territorio comunale, incrementerebbe l’inquinamento ambientale perché impedirebbe il ricircolo dell’aria e quello acustico perché amplificherebbe il rumore dei veicoli in transito.

«Tutto questo – dice il primo cittadino – in un’area già martoriata sotto l’aspetto ambientale, che vive le infrastrutture come criticità. Questo muro è uno sfregio alla città e lavoreremo per confrontarci con tutti gli interlocutori, anche con il sostegno del costituendo comitato dei cittadini».

Il Comune aveva già detto no alle barriere nel 2010, quando si era proposto capofila degli enti costieri interessati dall’opera, da Senigallia ad Ancona. L’amministrazione comunale aveva fatto propri i rilievi del professor Gianni Cesini del dipartimento di energetica della Univpm, autore dei Piani di classificazione acustica di Ancona e Falconara, invitato a un incontro cui avevano partecipato anche i Comuni di Montemarciano e Ancona, la Provincia e la Regione. Erano state evidenziate criticità ambientali e paesaggistiche, rispetto alle quali Rfi non aveva presentato progetti migliorativi e non aveva dato più notizie. Solo otto anni dopo ha contattato l’ente per riproporre il progetto di allora.

Per il Comune sarebbe uno scempio «irreversibile» quello che la barriera antirumore di Rfi comporterebbe per Falconara, perché comprometterebbe il paesaggio, bene primario da tutelare e impedirebbe definitivamente l’apertura della città al mare, che è invece al centro delle strategie di riqualificazione avviate dall’amministrazione. Attraverso una delibera molto dettagliata, la 412 del 29 novembre scorso, il Comune spiega il suo no all’opera, che sorgerebbe lungo tutta la costa, tra la Flaminia e la ferrovia. L’infrastruttura che Rfi ha proposto di realizzare è giudicata «non conforme al vigente Prg».

«E’ quanto ribadiremo anche alla Regione – spiega l’assessore all’Urbanistica Clemente Rossi – che per prassi ha chiesto il nostro parere urbanistico. Rfi intende realizzare la soluzione più semplice, ma che avrà effetti disastrosi che quantificheremo sotto il profilo sociale, urbanistico, dei danni economici alle attività produttive, alla spiaggia e alle residenze. Vogliamo l’arretramento perché sarebbero soldi ben spesi».

Con la realizzazione di un muro tra il centro abitato e la spiaggia verrebbe condizionata per sempre la programmazione urbanistica della città, proprio nel momento in cui l’amministrazione comunale sta portando a termine l’iter della Variante per il Centro Storico, che permetterà di riqualificare con modalità semplificate gli immobili della zona più centrale: così, se lo strumento urbanistico predisposto dal Comune permetterebbe di incrementare il valore degli edifici pubblici e privati del centro, la realizzazione della barriera che oscura la vista del mare ne determinerà al contrario un deprezzamento netto. La stessa Variante punta inoltre a valorizzare il vialetto Marotta, mentre la barriera fonoassorbente ne prevede l’esproprio e la compromissione, sottraendo verde e distruggendo un’opera tutelata, perché realizzata oltre 70 anni fa.

Sarebbe compromessa anche la zona nord di Falconara, oggetto di un  Piano di recupero di iniziativa pubblica denominato ‘Falconara Nord/Villanova’. «Questa zona – spiega la Giunta – oltre a essere interessata dalle barriere antirumore è anche gravata dal progetto del by-pass ferroviario che costituisce una ulteriore grave ferita nel tessuto urbano, da decenni fortemente penalizzato per la presenza degli scali ferroviari e dell’infrastruttura ferroviaria che ne ha decretato il sostanziale isolamento dal resto della città».

Ne risentirebbe ovviamente anche la spiaggia, che l’amministrazione vuole invece valorizzare con una serie di iniziative: l’ultima è la revisione generale del Piano del litorale, da rendere sempre più luogo di svago e di incontro. Gravi anche le penalizzazioni temporanee: lungo la Flaminia, durante l’allestimento del cantiere, si perderebbero circa 200 posti auto, oltre all’utilizzo del cavalcavia di via Cairoli e della scalinata di accesso al sottopasso di via Trieste. Tra l’altro la durata dei lavori è stimata in 63 mesi (di cui tre per attività propedeutiche ai cantieri) e le aree di occupazione temporanea sono in totale di 5.325 metri quadri, a fronte dei 288 metri quadrati da espropriare.

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