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Il presente ed il futuro del calcio italiano

La rivoluzione di Roberto Mancini: il cambiamento parte dalle nazionali giovanili

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Mancini Roberto

Dopo la “generazione di fenomeni” che fu in grado di vincere il mondiale tedesco del 2006, il nostro calcio non è stato più capace di produrre campioni del calibro dei vari Nesta, Cannavaro, Pirlo, Totti e Del Piero.

Per quasi un decennio, la nazionale maggiore non è riuscita a competere con le rappresentative più forti al mondo e dopo l’eliminazione ai gironi ai mondiali in Sudafrica del 2010 e quella in Brasile nel 2014, è giunta, inevitabile, la mancata qualificazione ai campionati del mondo che sono andati in scena l’anno passato in Russia.

La rivoluzione di Roberto Mancini

L’ennesimo, clamoroso, fallimento, ha indotto la Federazione ad invertire repentinamente la rotta e la guida tecnica della nazionale è stata affidata a Roberto Mancini. Il tecnico di Jesi che, come raccontato anche da La Repubblica, ha sempre saputo valorizzare i giovani a propria disposizione, ha fatto capire sin dalla prima conferenza stampa di essere intenzionato ad attuare una netta e profonda rivoluzione, culturale ancor prima che meramente tecnica. Mentre, negli anni passati, tutti i giovani più interessanti venivano fatti “crescere” e maturare nelle nazionali giovanili, Mancini, con coraggio e merito, ha lanciato immediatamente tutti questi potenziali campioncini in prima squadra e i risultati non sono tardati ad arrivare. Gigio Donnarumma, Gianluca Mancini, Luca Pellegrini, Stefano Sensi, Nicolò Barella, Lorenzo Pellegrini, Nicolò Zaniolo, Federico Chiesa e Moise Kean, come ci racconta anche Eurosport, sono solo alcuni degli ragazzi su cui Roberto Mancini ha deciso di puntare con forza e, sin dalle prime uscite del nuovo corso, tutti loro hanno ripagato la fiducia che il CT di Jesi ha riposto in loro. Non è un caso, che dopo anni a dir poco complicati, l’Italia sia secondo Unibet la favorita assoluta per la vittoria del girone di qualificazione ai prossimi europei itineranti e non è un caso che, dopo più di dieci anni, l’Italia sia tornata a vincere e convincere anche in partite delicate.

Il cambiamento parte dalle nazionali giovanili

La scelta di accelerare il processo di crescita dei ragazzi azzurri, ha indotto tutte le nazionali giovani a selezionare calciatori sempre più giovani ed ha portato i vari CT a fare scelte che in passato non avrebbero fatto. Anche nelle nazionali giovanili, i risultati non sono mancati e mentre la nazionale Under 21 è stata costretta all’eliminazione dagli europei solo a causa di una peggiore differenza reti nei confronti di Romania e Francia, la nazionale Under 20 di Paolo Nicolato ha sfiorato il successo mondiale di categoria, tenendo incollati allo schermo milioni di telespettatori. Proprio Nicolato, come ci racconta anche Sky Sport, grazie all’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni, sarà il prossimo allenatore della rappresentativa Under 21 e siamo sicuri che darà un contributo fondamentale alla crescita dei nostri ragazzi, anche in ottica nazionale maggiore.

Finalmente, qualcosa in Italia sta cambiando e sulla scorta di quanto avviene da anni nei principali campionati europei, anche le nostre squadre di Serie A e Serie B stanno iniziando ad accordare sempre più fiducia ai giovani del proprio vivaio, con evidenti benefici sia per la competitività dei nostri campionati che per il presente ed il futuro del nostro movimento calcistico.

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