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Senigallia, Alluvione 2014:”Presidente Consiglio dovrà rispondere in caso di condanna”

Canafoglia: “Significa che non occorrono provvedimenti ad hoc per risarcire le popolazioni alluvionate”

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Alluvione a Senigallia il 3 maggio 2014

Nuovo capitolo del processo scaturito dall’alluvione del 2014. Nella mattinata del 30 settembre, presso il Tribunale penale di Ancona, si è tenuta infatti una nuova udienza riguardante i dolorosi fatti che colpirono Senigallia nel maggio del 2014 causando la morte di 4 residenti e danni per circa 180 milioni di euro a beni privati e pubblici.


Indagati per i fatti sono il Sindaco del Comune di Senigallia, Maurizio Mangialardi, nonché una serie di funzionari, ex sindaci e professionisti privati (Brunaccioni Flavio, Roccato Gianni, Sbriscia Massimo, Smargiasso Mario, Mancinelli Alessandro , Principi Libero, Angeloni Luana) che costituiscono la filiera della Protezione Civile in ambito idrogeologico nella Provincia di Ancona.

I reati contestati vanno dal pluriomicidio colposo alle lesioni gravi, all’inondazione, all’omissione di atti di ufficio, all’abuso di ufficio, al falso in atto pubblico nell’inchiesta penale condotta dalla Procura della Repubblica di Ancona tramite i sostituti procuratori Irene Billotta, Rosario Lionello e Ruggiero Di Cuonzo.

Secondo la Procura, infatti, gli indagati, a vario titolo, avrebbero causato la morte di alcuni residenti e danni ingenti ai beni della popolazione per non aver ottemperato alle normative in materia di prevenzione e allerta stabilite dalla legge.

Sono stati ammessi quale parte civile i familiari dei deceduti, nonché oltre 400 danneggiati dall’alluvione, principalmente difesi dall’Avv. Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori , che ha ottenuto di citare come responsabili civili il Comune di Senigallia, la Provincia di Ancona, la Regione Marche, ma anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri in persona del Premier Conte ed il Ministro degli Interni.

Se il giudizio accerterà la responsabilità degli indagati, gli Enti suddetti saranno tenuti a pagare cifre milionarie ammontanti oggi a 30 milioni di euro.

Il GUP Francesca De Palma ha confermato l’ammissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in persona del Premier Conte e del Ministero degli Interni tra gli Enti che dovranno rispondere civilmente in caso di condanna degli attuali indagati.

Un fatto particolarmente importante – ha commentato Canafoglia – perché significa che non occorrono provvedimenti ad hoc per risarcire le popolazioni che subiscono alluvioni o altre calamità addebitabili agli enti: basta chiamare in causa gli enti stessi“.

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