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Come sono nati i campioni d’Italia dell’Ordine degli Ingegneri d’Ancona

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Mister Morsucci racconta, tra passione e impegno, i retroscena che hanno portato al titolo nazionale

La squadra dell'Ordine degli Ingegneri di AnconaTempo fa è apparsa, sulla rivista sportiva argentina El Gráfico, una bella intervista ad Angel Morales, per tutti ‘Matute’, giocatore albiceleste di fine anni ’90, famoso soprattutto per aver ereditato – con scarsissima fortuna – la maglia numero 10 di Roberto Mancini alla Sampdoria. Ad un certo punto della chiacchierata, gli viene chiesto se fare il tecnico di una squadra di calcio rientrava nei suoi desideri futuri.



Domanda scontata da porre ad un ex calciatore, ma la risposta non lo fu per niente: “L’anno scorso (l’intervista risale all’aprile del 2012, Ndr), quando ci stavo pensando, mandai un messaggio al mio amico Guardiola (proprio lui, Pep!) in merito alla questione. Io ero emozionato dell’idea di provare questa nuova esperienza, ma lui mi rispose di lasciar perdere, perché allenare è un mestiere schifoso!“.

A dire il vero la traduzione è meno soft dell’originale, ma il concetto rimane ugualmente chiaro. A qualsiasi latitudine pallonara ci si trovi, dall’incostante e multimilionario professionismo alla più mite e accogliente periferia amatoriale, quello dell’allenatore di calcio rimane sempre un ruolo di enormi responsabilità e gravose pressioni, di grandi gioie e cocenti delusioni, come tutte le passioni che si vivono intensamente.

E per Maurizio Morsucci allenare è proprio una passione, cominciata quasi un decennio fa. Un viaggio in giro per la provincia anconetana, passando tutte le categorie, a partire dalla Juniores Regionale del Belvedere Ostrense e che nel corso degli anni ha toccato San Marcello (1^ categoria), Marina di Montemarciano (1^ categoria, finale playoff vinta, stagione seguente in Promozione, con esonero), Marzocca (2^ categoria e promozione in 1^), Borghetto di Monte S. Vito (1^ categoria), fino al ritorno a casa, a Belvedere Ostrense, in Promozione, dove raccoglie le maggior soddisfazioni della propria carriera: vittoria del campionato, Fase Regionale e Coppa Disciplina (“Dei tre trofei conquistati, quest’ultimo – spiega Morsucci – è quello a cui tengo di più: una cosa che ho sempre insegnato ai miei ragazzi è il valore dell’atteggiamento in campo!“) il primo anno, salvezza ai playout la stagione seguente, in un Eccellenza, l’ultima con la formula a 20 squadre, con nomi del calibro di Fermo, Pesaro, Tolentino e soprattutto Ancona (“Ricordo ancora il “Bianchelli” di Senigallia gremito: che emozione!“). La fermata successiva dell’itinerario è Chiaravalle, e più precisamente Biagio Nazzaro, sempre in Eccellenza. Altra realtà, altre aspettative, altri modi di intendere varie situazioni dentro e fuori il rettangolo di gioco. Più che i risultati (non positivi, certo, ma tutt’altro che catastrofici), a mancare è il feeling con l’ambiente. E così, a distanza di tempo, arriva il secondo esonero.

Il contraccolpo è forte, non tanto per il professionista, quanto a livello personale. Morsucci decide di rimanere ai box per una stagione, fino allo scorso aprile, quando viene contattato da Michele Sartini, un suo ex giocatore ai tempi del Marzocca, che gli parla di questa squadra, l’Ordine degli Ingeneri di Ancona, di cui lui fa parte, e gli propone di allenarla. E ricominciare una nuova avventura.

Sono sempre alla continua ricerca di stimoli. Per me il calcio è un hobby– racconta mister Morsucci – e come tale l’ho sempre vissuto. Questa era un’esperienza nuova, ma avevo il bisogno e la voglia di riassaporare il campo. Il primo giorno d’allenamento era fissato alla struttura sportiva dell’Aspio, sede scelta da Diego Franzoni (responsabile della squadra, Ndr), che tengo personalmente a ringraziare per il lavoro svolto, e messa a disposizione dall’ASD Giovane Ancona. E’ stata una piacevole sorpresa, sin da subito: mi sono trovato di fronte un gruppo di 20-25 ragazzi, non più giovanissimi, chi più chi meno con esperienza in categoria, ma con una voglia e una determinazione tale che è stato un incentivo. Abbiamo lavorato sodo per un mese, tutti quanti hanno dato il 100% e oltre. Si è creato un gruppo meraviglioso: tutti remavamo nella stessa direzione, convinti e determinati. Ed è stato appagante, non solo dal punto di vista calcistico, vedere sul campo tutto quello che avevamo preparato così tanto scrupolosamente e faticosamente. La compattezza e l’amalgama di questa unione è stata la nostra forza, l’arma in più contro gli avversari“.

Un episodio sintetizza al meglio l’aspetto del lavoro svolto durante la preparazione al torneo.
Maurizio MorsucciMancavano 15 giorni alla partenza per Brescia (sede della 2^ fase del Campionato Nazionale). Bisognava avere una preparazione atletica più che accettabile, visto che ci attendevano, se tutto fosse andato come speravamo, ben 5 gare in 6 giorni. Siamo andati all’Aspio e ho deciso di fare le salite, non proprio una passeggiata! Ma i ragazzi sapevano che, dopo il passaggio della 1^ fase, gli sarebbe stato utile per vincere il titolo nazionale e le hanno fatte senza batter ciglio. Sono stati davvero encomiabili!“.

E poi la storia di Matteo Cardinaletti, portiere per caso, che grazie alla sua disponibilità e con l’aiuto del preparatore, Stefano Negozi, ha fatto un torneo fantastico.
Gesti inequivocabili, come il fatto che nonostante lo scarso minutaggio per alcuni e la tribuna per altri, i 25 convocati della 2^ fase erano gli stessi della 1^ fase. La vittoria ci apparteneva di diritto e noi ne eravamo sempre più consapevoli, partita dopo partita“.

E la vittoria è arrivata, dopo una fantastica cavalcata. Forse l’ostacolo più grosso da superare è stata Firenze, terzo e decisivo match del girone eliminatorio.
Avevamo 2 risultati su 3, ma la paura di fallire ha frenato le gambe dei ragazzi. Credo che più che la reale forza di Firenze, peraltro di indubbio valore, il vero ostacolo sia stata l’ansia. Non tutti, ma gran parte dei miei giocatori erano 6 anni che aspettavano di raggiungere un traguardo simile. Ma sono stati bravi e in semifinale prima, e in finale poi, si sono sciolti ed hanno meritato il successo. Personalmente, la manifestazione nazionale dell’Ordine degli Ingegneri vale una 1^ categoria, per qualità di gioco ed intensità agonistica“.

Il futuro? Continuerà questa esperienza?
Vedremo. C’è ancora tempo: potrebbe anche saltare fuori durante la stagione un’offerta interessante in qualche categoria. A gennaio, penso, ci risentiremo e valuteremo la possibilità di continuare questa collaborazione. Io sono uno di loro, ma senza esserlo… mi spiego meglio: penso che per completare il quadro, l’allenatore di questa squadra dovrebbe essere iscritto all’albo degli Ingegneri, e non un esterno. Ma tengo anche a precisare che sarei ben felice di rimanere, in quanto sono stato accolto benissimo e non mi sento in alcun modo di trovare un solo argomento per rovinare il rapporto che si è creato“.

di Antonello Pace

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Martedì 27 agosto, 2013 
alle ore 11:43
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