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Cittadini in Comune: ‘Se sei buono sei un fesso’


Cittadini in Comune scrive una lettera al Sindaco di Falconara, in seguito ecco la lettera riportata scritta e inviataci da Carlo Brunelli.


Un’altra reatata in un appartamento affollato da immigrati…  "Questa volta l’abbiamo beccato!" "abbiamo il CLANDESTINO da rispedire a casa!"  dice trionfante alla stampa il Commissario…  …..  Come, non è un Commissario??…   Un Sindaco?? Ma il Sindaco non è quello che governa una città, che pensa alla crescita sociale e culturale della comunità che guarda ai problemi dei cittadini, quelli veri…   perchè un Sindaco va a caccia di clandestini?… Mah…

Certo, c’è il problema dell’ordine pubblico e della legalità…. la questione però è capire "qual’è" il problema e dove sta.Non penso che il problema sia nella comunità degli immigrati che lavorano o aspettano di trovare lavoro (e facilmente possono trovarsi da un giorno all’altro ad essere "clandestini").

Non penso che il problema sia quello di far pagare tasse e sovrattasse ai commercianti fotografando le vetrine per scoprire il "reato" di un’affissione indebita: un adesivo pubblicitario, una locandina.
Penso che i problemi di ordine pubblico, e ci sono veramente, hanno a che fare con lo spaccio di cocaina, con lo sfruttamento della prostituzione, con la sistematica infrazione delle regole che resta sistematicamente impunita.

E’ facile fare i duri con le persone gentili… facile colpire chi è indifeso… facile, signor Sindaco.
Più difficile sembra pretendere un minimo di decoro, ad esempio, nel modo di tenere le aree comunali date in affitto, come quelle appena fuori il sottopasso di Villanova. Più difficile sembra accorgersi degli abusi edilizi commessi da qualcuno di cui si sa nome, cognome e indirizzo. Più diffcile è sicuramente intervenire per impedire il ripetersi di atti di teppismo pur sapendo, anche in questo caso, chi li commetterà. Più difficile evitare che le case del Comune vengano occupate da chi non è ha diritto.

Talmente difficile, signor Sindaco, che anche Lei, come i rappresentanti delle altre istituzioni, si guarda bene dall’intervenire. Anche lei, come tanti, ha paura perfino di parlarne pubblicamente per evitare noie, e ritorsioni.

Sa a chi e a che cosa mi riferisco. Lo sanno tutti, a Falconara.

Mi riferisco a quella che erroneamente viene chiamata "comunità", perchè non ha nulla di una vera comunità. Mi riferisco a quelle persone che erroneamente vengono identificate come "rom", perchè, al di là della loro remota origine, sono italianissimi, come testimonia il loro accento abruzzese.

Famiglie che, per tradizione e per le più varie circostanze, conducono una vita  spesso oltre la soglia della legalità (e se fosse per questo aspetto li potremmo vedere molto simili alla nostra classe politica… cambia solo la tipologia del reato).  Famiglie come ce ne sono a centinaia, a migliaia, in Italia. Famiglie che apparirebbero del tutto "normali" in realtà degradate come a Casal di Principe.

Di questa che in fondo non è che una "piccola gomorra" falconarese è pericoloso parlare per chi si occupa di politica. Si finisce per apparire deboli idealisti o feroci giustizialisti.

La questione è "tabu’". Semplicemente non se ne parla, se non in strada, al bar, dove, con insofferenza e fatalismo, è l’argomento di discussione più gettonato. Ma ufficialmente il problema non si affronta. Il problema non c’è.

E invece il problema c’è eccome. E i problemi vanno affrontati, non scansati. Il problema, quello vero, è la generalizzazione e la separazione  con cui si accomoda la questione. Ostinandosi a considerare queste persone come degli estranei, come non-cittadini, come se la loro vita non ci riguardasse, il "problema" cresce e si aggrava. Se al contrario, ci interessiamo di loro e delle loro esistenze, allora possiamo vedere che anche in quelle famiglie esistono delle differenze, esiste un meglio ed un peggio, esiste chi tenta, nonostante tutto, di cambiare.. di affrancarsi in qualche modo da quella condizione.

E’ il caso, ad esempio, della cooperativa Lavorinas e del progetto che mira a dare una possibilità a chi ha voglia di lavorare onestamente. Un progetto che a Brandoni non interessa, dato che lo ha praticamente abbandonato. Eppure alcune persone, tra quelli che chiamiamo ancora "rom", o con più spregio: "zzèngheri", ci hanno creduto e stanno impegnandosi da quattro anni.. senza ottenere ancotra nulla di concreto.

Come credete che si sentano? Come pensate che siano considerati dagli altri "rom", quelli che fanno soldi con refurtive e spaccio, quelli che fanno soldi con l’illegalità? Cosa pensate che gli dicano questi quando li incontrano? "E bravo fesso! Fai l’onesto, il lavoratore!! Questi ti prendono per il culo e tu ti muori di fame!"."Se sei buono, sei un fesso. Se sei cattivo e furbo, te la cavi" Questa è la legge che vince in quelle Famiglie. E schiere di ragazzini si allenano a fare i bulli di strada, e sfasciano quello che gli capita. Questa è la legge che vince quando si pensa che l’ordine pubblico si ottenga senza una buona politica sociale, come lei pensa, caro Sindaco,…. pardon, Kommissario Brandoni.

"Ist klar, Herr Kommissar?"

Da Carlo Brunelli- Cittadini in Comune

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Domenica 1 febbraio, 2009 
alle ore 18:55
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