Osimo

Come testimoniano i ritrovamenti archeologici della zona, Osimo fu abitata dai piceni dall’XI al VI secolo a.C. e in seguito dai galli senoni. Entrò a far parte del territorio romano nel 295 a.C. con la battaglia di Sentinum (Sassoferrato). Situata sull’alto di un colle (265 m s.l.m.) tra le valli dell’Aspio e del Musone, è una città antica e signorile che accoglie il visitatore con la cinta muraria quasi tutta di origine medievale, anche se esiste ancora un tratto di mura romane (in Via Fonte Magna) del 174 a.C.. Quasi tutto il perimetro esterno delle mura è adibito a parcheggio; attraverso piccole scale e viuzze si arriva nella parte antica della città. Sulla centrale piazza del Comune si erge l’elegante PalazzoComunale a tre piani, costruito tra il XVI e XVII secolo su progetto dell’architetto militare Pompeo Floriani di Macerata. La torre civica è del XIII secolo e sullo zoccolo, tra l’orologio e la porticina, sono state affisse le misure del braccio, del mattone e del coppo.
Entrando nell’atrio e proseguendo poi nel cortile interno si trova il lapidario comunale, con una raccolta di statue, rilievi, frammenti architettonici di epoca romana. Particolarmente affascinanti le 12 statue acefale in marmo che decoravano il foro della Osimo romana. Il fenomeno delle statue senza testa ha dato adito a interpretazioni diverse: la più comune sosteneva nel 1487 il condottiero Giangiacomo Trivulzio, dopo aver vinto in assedio Boccolino di Guzzone che si era impadronito della città, avesse decapitato le statue come gesto di rivalsa e umiliazione; l’ipotesi più fondata, anche se meno leggendaria, è, invece, che le teste non siano mai esistite o siano andate perse nel tempo.
Nella vicina piazza omonima si trova il Duomo, eretto nel punto più alto della città e dedicato a San Leopardo, il primo vescovo di Osimo nel IV secolo; esso rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura romanico-gotica delle Marche. L’edificio originario, corrispondente alla navata centrale, è dell’VIII secolo, poi modificato e ampliato nel XII-XIV secolo.
Accanto al Duomo si trova il battistero, risalente al XII-XIII secolo, con un imponente fonte battesimale del Seicento in bronzo e un ricco soffitto ligneo decorato dal pittore Antonio Sarti di Jesi, intorno al 1629.
Il santuario San Giuseppe da Copertino, sorto nel XIII secolo, ma rifatto all’interno nel Settecento, è meta di continui pellegrinaggi perché qui morì nel 1673 San Giuseppe da Copertino, il santo che volava, patrono degli studenti. Nato in provincia di Lecce nel 1603, Giuseppe era un pessimo studente, ma possedeva una grandissima fede; divenuto frate, nei momenti di estasi si alzava in volo e fu a lungo sorvegliato dall’inquisizione.
L’antico Collegio Campana, nel palazzo omonimo, dove studiarono futuri papi e personaggi famosi, è adibito oggi ad attività culturali. Ospita anche l’importante biblioteca storica appartenuta al collegio, con 15.000 volumi, tra incunaboli, cinquecentine, codici greci e latini.