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Alla vigilia del 1 maggio incontro tra Pd di Ancona con sindacati e associazioni

Emanuele LodoliniSui temi dell’economia reale e delle politiche del lavoro per la crescita si è svolto il 30 aprile un incontro promosso dal PD della provincia di Ancona al quale sono intervenuti il Segretario provinciale PD Emanuele Lodolini, promotore dell’incontro, il sen. Giorgio Tonini, che ha relazionato sui provvedimenti economici del Governo Monti, i rappresentanti provinciali delle forze e delle associazioni di categoria.



Sono intervenuti Marco Manzotti (Cgil), Paolo Santini e Cristina Ilari (Cisl), Evasio Sebastianelli (Cia) e Gilberto Gasparoni (Cgia). Presenti l’Assessore regionale al lavoro Marco Luchetti, la sen. Marina Magistrelli ed il segretario del PD di Ancona città Stefano Perilli.

L’Italia sta per attraversare infatti la fase più acuta della recessione, la disoccupazione ha raggiunto cifre record, le condizioni materiali di lavoratori, famiglie, imprese sono ancora durissime, l’instabilità finanziaria e i pericoli di attacchi speculativi contro l’Euro non sono scongiurati definitivamente e richiederebbero un’azione europea più coraggiosa.

Sono anni che il Pd insiste: già nel 2008, al ritorno di Berlusconi, il Pd chiese di evitare sprechi e di investire per dare lavoro, invece fu abolita l’Ici, salvata l’Alitalia con sperpero di fondi che il passaggio all’Air France avrebbe risparmiato anche con maggiore occupazione, varato il condono per gli esportatori di capitali in nero.

Dopo la crisi, nel 2010 e nel 2011 il Pd ha presentato più volte proposte di modifica della politica economica disastrosa del governo Berlusconi (basti qui ricordare il Piano nazionale per le riforme presentato in Parlamento e al governo, ma snobbato da Tremonti e dai grandi giornali perché l’Italia – si disse – stava meglio di tutti gli altri paesi.

Poi, dopo le elezioni amministrative della primavera del 2011, il governo di centrodestra cominciò ad ammettere la verità).

Infine in questi mesi Bersani non si è stancato di ripetere che non si possono fare miracoli, ma che occorre fare qualcosa per dare lavoro e frenare la disoccupazione.

Il Pd ha già anticipato alcune proposte, dall’allentamento del patto di stabilità interno per far fare ai comuni gli investimenti più urgenti fino ai sistemi per fare in modo che la Pa paghi almeno in parte le imprese per il lavoro svolto, pensare a politiche industriali che segnalino i settori nei quali concentrare le poche risorse disponibili, a cominciare dal risparmio energetico.

Il Pd da tempo ripete che decisivo, oltre a ciò che si può fare in Italia, è anche ciò che dovrebbe fare l’Europa, stretta in una morsa fiscale dalla politica voluta dai governi di destra, primo fra tutti quello della cancelliera Angela Merkel.

Le riforme approvate fin qui in Parlamento, con il Governo Monti, non hanno avuto, né potevano avere, l’effetto miracoloso di far ripartire la crescita e di creare maggiori condizioni di equità sociale.

Dopo i governi populisti della destra, l’Italia è più debole e ingiusta, e nella crisi paga il prezzo di un Paese con un debito altissimo, bassa produttività e bassa crescita, antiche strozzature e diseguaglianze.

Per i Democratici non si crea buona e piena occupazione se non se c’è sviluppo.
Oggi il governo Monti sta intervenendo sia sul fronte economico generale che sul mercato del lavoro.
Politica di bilancio e politica del lavoro sono elementi di intervento quadro.

Come Partito stiamo intervenuti per renderli più equi e meglio finalizzati alla coesione sociale e allo sviluppo compatibile.

Una seconda fase di intervento, per dare un contributo allo Sviluppo del paese, il Governo lo ha definito sui temi delle liberalizzazioni e della semplificazione. Il Pd, dunque, ha mostrato di sostenere lealmente il Governo, assumendosi la responsabilità di ricette amare, ma ha anche preteso di poter migliorare con le proprie proposte i provvedimenti sulle pensioni, sulle liberalizzazioni, sulla riforma del mercato del lavoro.

Per promuovere opportunità di lavoro, è necessario uscire dalla recessione attraverso politiche per lo sviluppo sostenibile: puntare sulla green economy, realizzare infrastrutture, rilanciare gli investimenti e le politiche industriali, incentivare l’innovazione nelle imprese, correggere la distribuzione del reddito, riformare la giustizia e le pubbliche amministrazioni, ridurre il peso del fisco e ridurre i tempi di pagamento alle imprese.

Buona occupazione significa anche lotta al lavoro nero e irregolare, più vigilanza e prevenzione per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

da Pd-sezione di Ancona

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Lunedì 30 aprile, 2012 
alle ore 19:36
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