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Ancona, la statua “Violata” torna a far parlare di sé tra difese e polemiche

Proteste e polemiche per la statua di Ancona "Violata"Nuove voci e polemiche si aggiungono alla discussione riguardante la statua “Violata” di Floriano Ippoliti, installata nella città di Ancona. L’opera è stata richiesta dalla Commissione regionale per le pari opportunità, per promuovere la parità uomo-donna in qualsiasi ambito e sensibilizzare i cittadini di fronte al problema della violenza sulle donne,un tema di forte attualità verso cui bisogna orientare l’attenzione di tutti.



Giovedì 4 aprile la Commissione regionale per le pari opportunità è tornate di nuovo ad esprimere il pensiero che vuole divulgare attraverso tale opera d’arte fortemente criticata: non vi è alcuna intenzione di rimuovere la statua poiché attraverso questa si vuole abbattere il muro di omertà e ipocrisia che ha sempre circondato la violenza di questo genere raffigurando una donna che reagisce con fermezza e dignità alla violenza subita.

La Commissione ricorda come molte delle persone che in questi giorni inneggiano allo scandalo abbiano contribuito alla realizzazione di tale progetto e non abbiano proposto le modifiche che ritenevano opportune nell’adeguata sede di consiglio. Al di là della rappresentazione artistica in sé, la statua si prefigge di essere un approccio costruttivo al problema, realizzato attraverso il confronto con associazioni presenti nel territorio per avviare un percorso condiviso che possa portare alla divulgazione della cultura del rispetto.

A fianco di tale intervento della Commissione, si aggiunge però un’ulteriore comunicazione di dissenso: quella dell’associazione Free Woman e della Cooperativa Sociale La Gemma, le quali  riconoscono grande merito e coraggio ai promotori di tale iniziativa, ma allo stesso tempo esprimono un giudizio fortemente negativo sull’opera d’arte in sé.
Dal loro punto di vista tale “incompatibilità tra progetto meritevole e opera d’arte alquanto sconcertante si è verificata perché è mancata quella fase di consultazione e partecipazione che avrebbe dovuto coinvolgere sia chi si occupa di cultura e arte visiva, sia chi opera nel sociale e ha ormai le idee ben chiare sui rischi che si corrono a promuovere messaggi stereotipati. L’esito dell’intervento della Commissione regionale appare perciò, se l’intenzione è quella di sensibilizzare su un tema così delicato, inutile se non dannosa“.

di Giulia Schiaroli

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Venerdì 5 aprile, 2013 
alle ore 16:04
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