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Occupazione, nelle Marche crescono i contratti a tempo determinato e i voucher

I dati, resi noti dalla Cgil Marche, evidenziano come solo il 25,1% dei nuovi contratti siano indeterminati

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Manifestazione con le bandiere della Cgil

Da gennaio ad agosto le aziende marchigiane hanno assunto 98.848 persone (+6,4% rispetto allo stesso periodo 2014), il 68,4% con contratti a termine, il 25,1% con contratti a tempo indeterminato ed il 6,5% come apprendisti.

Su 24.044 assunzioni a tempo indeterminato, 14.010 (58,3%) sono state fatte beneficiando dell’esonero contributivo istituito con la legge 190 del 2014; il 38,3% di queste ultime sono state trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.

Il saldo tra assunzioni e cessazioni, pari complessivamente a +14.345 unità, è positivo per i contratti a termine e di apprendistato: per i contratti a tempo indeterminato nei primi otto mesi del 2015 le cessazioni hanno superato le assunzioni di 1.350 unità.

In confronto al resto del Paese, nelle Marche le assunzioni crescono meno rispetto al 2014 (6,4% Marche, 9,7% Italia) e le aziende preferiscono stipulare contratti a termine (68,5% Marche, 63,6% Italia) piuttosto che con contratti a tempo indeterminato (25,1% Marche, 30,9% Italia). Inoltre, mentre mediamente in Italia il saldo tra assunzioni e cessazioni per i contratti a tempo indeterminato è positivo, nelle Marche è negativo.

Le Marche si collocano sopra la media nazionale per quanto riguarda l’incidenza delle assunzioni a tempo indeterminato mediante esonero contributivo sul totale delle assunzioni a tempo indeterminato (58,3% Marche, 52,5% Italia) e l’incidenza delle trasformazioni dei tempi determinati in indeterminati mediante esonero contributivo (38,8% Marche, 29,4% Italia).

Aumenta nelle Marche il numero di voucher venduti rispetto al 2014 (+66,4%) ma in misura più contenuta rispetto alla media nazionale (+71,3%).

Il precariato nelle Marche gode di ottima salute, purtroppo – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche – Crescono le assunzioni soprattutto per i contratti a termine e cresce anche l’uso dei voucher. Inoltre, il 38% del totale dei contratti a tempo indeterminato rappresenta una trasformazione di contratti già esistenti. Tutto questo conferma che, nonostante gli incentivi sul tempo indeterminato, la ripresa è ancora lontana”.

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