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Convegno per il bicentenario dall’annesione delle Marche nel Reno Italico-Napoleonico

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Locandina Cardeto 2008Sabato 14 Giugno alle ore 21,00 al Parco del Cardeto ad Ancona saranno celebrati i 200 anni dell’annessione delle Marche nel Regno Italico-Napolenico (1808-2008) con una conferenza dal titolo: "Capitan Bavastro e gli altri".
Dirigerà la manifestazione il Dott. Mariano Guzzini, Scrittore e Giornalista con tema "Guerra di corsa e corsari in Adriatico".

I Secoli XVII e XVIII rappresentano, sia per la Storia che per l’immaginario collettivo, l’epoca d’oro della pirateria, praticata da avventurieri e uomini di mare senza scrupoli dalle Antille al Mar della Cina, la cui epopea è stata riccamente celebrata, frammista di leggenda e fantasia, da romanzieri e registi cinematografici.
Anche lungo le coste del Mediterraneo imperversarono, per secoli, i pirati barbareschi – provenienti dal nord Africa – fino ai primi decenni del XIX Secolo.
Nel linguaggio popolare, col termine “pirata” si identifica il bucaniere, il filibustiere ed, erroneamente, anche il corsaro.
Per distinguere quest’ ultimo dagli altri “predoni del mare” riporterò quanto citato dal Guglielmotti nel suo “Vocabolario marino e militare” sotto la voce “Corsaro”:
Capitano di bastimento privato che, in tempo di guerra, per patente lettera sovrana, scorre il mare a suo rischio contro navi, merci e persone del nemico.
Termine del diritto privato che distingue il Corsaro dal Pirata…
…Altresì il Bastimento, l’Equipaggio, e l’Armatore che, in tempo di guerra, forniti di patente governativa, si mettono contro i nemici, ne guastano il commercio, molestano i rivaggi, e costringono le armate a diversioni, a convogli, a penuria.
Già nel 1799, tre corsari corsi avevano partecipato alla difesa della Piazza di Ancona.
Tra i primi corsari giunti in Adriatico, senz’altro il più famoso, fu il genovese Giuseppe Bavastro (1760-1833), comandante dello sciabecco Masséna intitolato all’omonimo generale francese, sua amico.
Il Masséna, assieme ad altri due trabaccoli corsari fece base ad Ancona, nel novembre 1805, distinguendosi per l’arrembaggio e la cattura, l’un dopo l’altro, di quattro legni nemici avvenuta, nelle acque di Lissa, il 5/12/1805.
L’anno seguente, il Capitano Giacomo Carli, anconetano, comandante del corsaro “Sans Peur” (Senza Paura), assalì uno sciabecco russo presso Lagosta, togliendogli la preda; successivamente lo stesso corsaro fù affondato non prima di aver rifornito di viveri e munizioni il presidio italiano delle Tremiti, assediato dagli inglesi. Lo stesso Carli si segnalò ancora, nel gennaio 1807, al
comando dell’ “Italiano”. Questo corsaro, assieme al “Carlotta” al “Fortunata” e al “Traiano” (intitolato all’Impertore Romano che da Ancona si imbarcò per la spedizione contro la Dacia), appartenevano all’armatore rimi
nese Antonio Passano, stabilitosi nella città Dorica frattanto divenuta la base franco-italiana più importante per la guerra di corsa in Adriatico.
La squadriglia del Passano riuscì a catturare, nel solo mese di dicembre del 1807, ben 13 navi Inglesi!
Nel 1808 operarono sulle nostre acque gli anconetani “Adria” e “Vendicatore”. Quest’ultimo corsaro, comandato dal tenente di fregata Contrucci, il 21 maggio fu affondato dalla bordata di una fregata inglese proprio sotto il Monte Conero per poi essere rimesso a galla dal suo stesso bravo capitano!
Le cronache navali dell’anno 1809 fanno menzione, oltre che del citato “Sans Peur” del corsaro anconetano “Caffarelli” (dal casato dell’allora Ministro della Guerra e della Marina del Regno d’Italia?) di Capitan Cassinelli.
I traffici marittimi del Regno d’Italia, già compromessi dal Blocco Continentale voluto da Napoleone nel 1806, dopo la seconda, sfortunata spedizione di Lissa del 1811, furono pressoché in balìa della flotta inglese.
Bisogna inoltre sottolineare la presenza dei vicini corsari senigalliesi:
si ricorda il Padron Rognini che, il 28 maggio 1813, alla guida di un convoglio di ben 28 mercantili armati, si difese strenuamente dalla fregata inglese Bacchante presso Termoli. Sventato l’attacco, costato la vita a due dei suoi uomini, si meritò un’ingente gratifica governativa.
L’11 Luglio 1813, durante il blocco navale di Ragusa (oggi Dubrovnik) da parte della flottiglia inglese, il corsaro anconetano “La Rèveillèe” catturò, proprio nel porto della città dalmata, una feluca avversaria.
E’ ormai prossima la caduta di Napoleone e la fine del Suo Regno, ma fino all’ultimo, sul nostro mare, i corsari anconetani inalberano i colori italiani con la fierezza e l’orgoglio d’essere gli ultimi, coraggiosi eredi, di un’antica repubblica marinara.

Dal Comitato Promotore Bicentenario Regno Italico

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Martedì 10 giugno, 2008 
alle ore 11:32
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