Marche, 8 milioni di euro per la ricerca e sviluppo delle micro piccole e medie imprese
Confartigianato e Cna”: bene la riserva per l’artigianato ma la soglia minima per accedervi, fissata a 200 mila euro di investimento, è troppo alta ed escluderà molte micro e piccole imprese”
Otto milioni di euro, di cui il 15 per cento riservato alle imprese artigiane, per promuovere i progetti di ricerca e sviluppo sperimentale, realizzati da micro, piccole e medie imprese, in forma singola o aggregata, anche in collaborazione con organismi di ricerca e parchi scientifici e tecnologici. E’ quanto prevede un bando emanato dalla Regione Marche nell’ambito della legge 598/94, utilizzando i fondi FESR (fondo europeo di sviluppo regionale).
E’ previsto un contributo a fondo perduto pari al 35 per cento del costo del progetto finalizzato a mettere a punto o migliorare prodotti, processi o servizi esistenti. Finalità dell’intervento, che sarà gestito da Unicredit mediocredito centrale, è anche quello di intensificare la collaborazione tra imprese, università, organismi di ricerca e centri per l’innovazione e il trasferimento tecnologico.
“Riteniamo importante” affermano Cna e Confartigianato delle Marche “che sia stata prevista una riserva di fondi per le imprese artigiane che, altrimenti, avrebbero rischiato di restare escluse dalle agevolazioni, anche se aver fissato l’investimento minimo finanziabile a 200 mila euro finirà comunque con l’escludere molte micro imprese artigiane dall’accesso ai fondi regionali. Sarebbe stato meglio prevedere una soglia d’accesso ai contributi più bassa, anche per incentivare gli artigiani a formalizzare i processi di ricerca e innovazione che realizzano ogni giorno in azienda e favorirne la competitività.”
Nella nostra regione la spesa per la ricerca è di circa 270 milioni di euro l’anno, di cui 140 da parte delle imprese e 117 dalle università. Le istituzioni pubbliche investono in ricerca e sviluppo appena 13 milioni di euro. In totale investiamo in ricerca appena l’1,5 per cento della spesa complessiva italiana. Gli addetti alla ricerca e innovazione sono 4.700, pari al 2,3 per cento del totale nazionale. Anche qui le imprese primeggiano con 2.600 addetti alla ricerca e sviluppo contro i circa 1.900 delle università ed i poco più di 200 delle istituzioni pubbliche.
“Siamo ancora lontani dalla media europea” dichiarano Confartigianato e Cna “e questa distanza va assolutamente ridotta in futuro, se non vogliamo perdere competitività rispetto ai sistemi produttivi degli altri Paesi. Interventi come quello approvato dalla Regione vanno comunque in questa direzione e vanno ulteriormente intensificati, con particolare attenzione alle micro, piccole e medie imprese artigiane, in attuazione di quanto prevede l’Unione Europea nello Small Businnes Act”.
dalla CNA
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