L’ex portiere di Ancona e Biagio Nazzaro, Martino: “Che emozioni sugli spalti! Ancona per me è tutto. La Biagio, praticamente una famiglia”

L’Ancona abbraccia di nuovo il Dorico e il “vecchio stadio” gli tributa un omaggio da brividi. A fare da cornice ad Ancona – Biagio Nazzaro Chiaravalle infatti, quasi 4000 spettatori assiepati tra curva e tribune, e un calore sconosciuto a queste categorie.
 


Lo spettacolo in campo, anche a causa della tanta pioggia caduta, non è stato però dei migliori. La Biagio sta attenta a non prenderle, non disdegnando comunque qualche folata offensiva, mentre l’Ancona, “obbligata” a vincere sempre, prova a sfondare, ma senza fortuna. Probabilmente lo 0 a 0 finale premia di più la formazione di Mr Favi, ma va dato merito ai suoi ragazzi di aver lottato alla pari contro una corazzata come quella messa nelle mani di Mr Lelli dal presidente Marinelli.

Tra i tanti volti conosciuti che si scorgono negli spalti, ce n’è uno che sente particolarmente la partita. E’ un ex che ha difeso i pali sia dell’Ancona, con la quale ha fatto ben 6 anni nel settore giovanile, per poi tornarci nel 2004 in serie C2, sia della Biagio Nazzaro, dal 2005 al 2008, nel campionato di Eccellenza.

Parliamo di Daniele Martino, oggi estremo difensore della Passatempese, formazione del campionato di Promozione. Al portierone anconetano chiediamo subito per chi ha battuto il suo cuore durante la partita. “Il cuore mercoledì non batteva per niente! – attacca Martino con una battuta – Mi sono trovato a vedere una partita dalle mille emozioni e sensazioni. Ancona per me è tutto, è la mia città, la mia gente ed è la società che mi ha fatto conoscere il professionismo. Dall’altra parte però c’era la Biagio, praticamente una famiglia, la società che mi ha accolto a braccia aperte proprio dopo il deludente ritorno all’Ancona. Oltretutto in campo sono scesi tanti personaggi che reputo miei amici, miei fratelli, uno su tutti Mr Favi.”

Dopo quasi 20 anni, il Dorico di Ancona è tornato ad illuminarsi per l’Ancona. Poco meno di 4000 gli spettatori pesenti. Considerato lo 0 a 0 del campo, forse lo spettacolo maggiore è venuto proprio dagli spalti. “Sicuramente il pubblico di Ancona se vuole riesce a regalare grandi emozioni, – commenta Martino – poi la cornice del vecchio Dorico è sensazionale, per l’ennesima volta gli anconetani, e la curva Nord in particolare, hanno dimostrato di  essere una tifoseria a mio avviso unica e insostituibile rispetto a molti palcoscenici. Anche i Biagiotti erano numerosi, – continua l’ex portiere dorico e biagiotto – e come sempre hanno sostenuto la squadra per tutti i 90 minuti. Il cuore-biagio è sempre il solito; unici ed encomiabili, amici che stimo e che stimerò per sempre.”

Che l’Ancona sia chiamata a recitare la parte del leone, come d’altronde fece la Sambenedettese lo scorso anno, nessuno lo mette in dubbio, anche se l’inizio non è stato come la Società dorica sperava. “L’Ancona ad oggi ha sicuramente un organico di tutto rispetto, anche se poi ogni stagione ha una storia a sé. L’Eccellenza oltretutto è un campionato dove le squadre si attrezzano sempre di più, dunque assolutamente da non sottovalutare. Anche la Sambenedettese – ricorda Martino – lo scorso anno iniziò col freno a mano tirato, poi però i valori alla distanza vennero fuori ed è quello che credo succederà anche con l’Ancona. Attenzione però a Tolentino e alla stessa Biagio Nazzaro che potrebbero essere le sorprese.”

Dopo una carriera tra campionati professionistici e semiprofessionistici, in un certo senso lo è anche quello di Eccellenza, a 29 anni (gli ultimi 3 alla Passatempese in Promozione), Martino ancora non pensa assolutamente a quando, come si dice in queste circostanze, appenderà gli scarpini al chiodo ammettendo che punta a “non smettere mai di divertirmi! vorrei continuare a giocare perché è la cosa più bella del mondo, e poi chissà, magari un giorno tornare anche in Eccellenza. All’Ancona invece auguro di tornare al più presto nelle categorie che maggiormente le competono, mentre alla Biagio spero possano assaporare la gioia di lottare per vincere non accontentandosi di raggiungere la salvezza”

di Giovanni Romagnoli