Mondiali volley Ancona: la press conference dei coach
Ecco le parole dei coach delle nazionali impegnate nel mondiale di volley ad Ancona durante la conferenza stampa di oggi 29 settembre. Assente invece l’allenatore della Polonia Daniel Castellani perché impegnato negli allenamenti con i suoi ragazzi.
Alan Knipe, head coach Usa
Esprimo innanzitutto i complimenti a tutte le Nazionali qualificate a questa fase, che garantiscono un elevato spessore tecnico: l’obiettivo principale è raggiungere costanza nel livello di gioco. Il fatto che gli States abbiano dimostrato in passato minore feeling con i Mondiali rispetto alle Olimpiadi,
non è programmato, ma dipende dalla completezza del gruppo e dal modo in cui si amalgamano giocatori e ruoli.
Peter Nonnenbroich, head coach Cameroun
È già un successo essere qui, una grande sorpresa avere conquistato questa seconda fase con una squadra completamente nuova, composta da ragazzi che si sono allenati duramente e che ovviamente daranno il massimo per proseguire l’avventura. Il rischio è quello di soffrire la mancanza di esperienza internazionale rispetto a tanti campioni, ma per un continente come l’Africa, dove la pallavolo è il secondo sport Nazionale, è una grande opportunità che può dare impulso a tutto il movimento e richiamare supporti economici di cui attualmente non disponiamo.
Milan Hadrava, assistant coach Repubblica Ceca
E’ importante giocare bene per regalare spettacolo a quanti verranno al PalaRossini. Non pensiamo di essere una grande squadra, ma ci auguriamo di raggiungere un buon livello e di entrare fra le prime dieci. Ritengo che sorprese sul podio non ce ne saranno, ma forse solo a livello di singolo match, come è già accaduto nella prima fase.
Bernardo Rezende, head coach Brasile
Nella prima fase abbiamo sofferto parecchio sia contro la Spagna che con Cuba, che ha giocato bene e ha meritato di vincere. Oggi ci ritroviamo in un girone durissimo composto dalle tre squadre che sono salite sul podio negli ultimi Mondiali, eppure una non entrerà nelle 12. L’obiettivo immediato è perciò la “sopravvivenza”, passare il turno ed avere magari la possibilità di rigiocare con Cuba nel momento decisivo. I tifosi a volte ricordano i risultati ma dimenticano il processo che lo ha determinato: anche in altre competizioni abbiamo superato inconvenienti e problemi fisici vari (attualmente è disponibile un solo palleggiatore), ma non cerchiamo alibi e ci interessa riuscire a mettere quel qualcosa in più che serve per vincere le partite.
Silvano Prandi, head coach Bulgaria
Non parliamo di sorprese, ma solo del fatto che siamo qui e competiamo con gli altri teams. Dopo le due sconfitte subite nella prima fase, spero che i ragazzi siano più arrabbiati che scoraggiati; contro la Francia abbiamo perso d’un soffio, mentre contro un avversario di ottima fattura come la Repubblica Ceca, la qualità del nostro gioco è stata effettivamente più bassa. Sappiamo comunque di avere di fronte dei grandi avversari e le migliori motivazioni per provare a batterli. Ogni squadra ha punti forti e “meno forti”: la preparazione del match passa sempre attraverso il videosharing e lo studio delle partite. Oggi si perde o si vince sempre per una questione di percentuale, migliore o peggiore, di battuta, attacco, muro-difesa o quant’altro: ogni match sarà dunque preparato con le consuete strategie e idee tattiche applicate ai giocatori avversari.
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