UdC Ancona: “Contro declino demografico, politiche per la famiglia”
Finalmente viene fatta luce sulla situazione di declino urbanistico e culturale dei quartieri centrali del capoluogo dove cala in maniera preoccupante il numero di residenti.
Il dato deve essere letto in controluce ossia evidenziando che in realtà non si tratta di calo demografico (la tenenza infatti dopo gli anni bui del post terremoto è sempre stata positiva) ma di una vera e propria “fuga” delle famiglie che lasciano il centro storico di Ancona (ma il discorso va generalizzato a buona parte della città) per un’offerta abitativa eccessivamente costosa nei valori immobiliari e di conseguenza di piccole metrature non adeguate per nuclei composti da più di due persone.
A ciò si deve aggiungere la mancanza di servizi, una viabilità cervellotica che impedisce l’accesso al centro città e un carenza cronica di parcheggi interrati e riservati ai residenti.
Per queste ragioni il dato più rilevante della statistica elaborata dal Comune di Ancona è che il centro città è composto da un numero maggioritario e crescente di quelle che in modo ossimorico vengono chiamate le “famiglie monopersonali” (ossia le “non famiglie”): pendolari, single o studenti che molto spesso richiedono la residenza solo per beneficiare del prezioso permesso di sosta.
A fare da cornice a questo preoccupante quadro vi sono poi le politiche urbanistiche degli ultimi 20 anni che hanno riempito il centro storico di uffici e di abitazioni di superfici minime ed in alcuni casi prive dei più elementari requisiti di agibilità e di decenza, consentendo così speculazioni mostruose, sottovalutando le conseguenze nefaste dell’eccessiva pressione abitativa sul tessuto urbano (anche in spregio al DPR 1444/69) e penalizzando ogni modo le giovani famiglie.
Tutto questo significa che non si deve rincorrere il mercato prevedendo un’altra offerta di miniappartamenti di lusso destinati a restare invenduti e a diventare ricettacoli di degrado e di dequalificazione urbanistica.
Si deve piuttosto progettare una nuova politica abitativa, ripensarla in armonia con il territorio, integrandola con i necessari servizi e con pari opportunità a tutti i cittadini residenti. Vanno dunque riportate le famiglie in centro, deterziarizzati i quartieri, proposte abitazioni di qualità ossia vivibili tutto l’anno, ricreate le condizioni per far ritornare le botteghe, studiate soluzioni strutturali ai bisogni della sosta e ai problemi della viabilità.
Si deve – in una parola – riattivare la politica affinchè gestisca i processi sociali e economici con scelte forti che guardino all’interesse generale e che tutelino e valorizzino le risorse della famiglia.
da Gruppo consiliare dell’UdC di Ancona
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