A Roma la presentazione del romanzo “Un paese da vendere”
Oltre 7mila copie vendute per il libro dell’imprenditrice e operatrice culturale marchigiana Federica Bernardini Cirilli di Castelplanio
Ha già venduto 7 mila copie il romanzo dell’imprenditrice marchigiana Federica Bernardini Cirilli, Un paese da vendere (ed. Terre Sommerse), che giovedì 31 marzo sarà presentato in forma semi-scenica a Roma, nella sede dell’Agis. Inizio alle 17.30. L’evento è realizzato su invito di Luciana Della Fornace, presidente di Agis Scuola.
Per l’occasione, intorno all’autrice affiancata dall’editore Niccolò Carosi e Raimondo Venturiello, si raccoglieranno al Palazzo dell’Agis, autorità, associazioni dei marchigiani a Roma e esponenti del mondo del cinema e della cultura italiana (in particolare romano e marchigiano) tra cui: Jacopo Capanna (Eagle Pictures), i registi Pietro Conversano, Paolo Virzì (3 David di Donatello, 4 Nastri d’argento tra gli altri per il film “La prima cosa bella”, 2010), Emanuele Barresi. Del libro, distribuito su scala nazionale, esiste infatti un soggetto cinematografico di prossima realizzazione e sono inoltre in corso trattative per la traduzione in portoghese e la distribuzione anche in Brasile. Le voci recitanti saranno quelle di Cristina Cirilli e Emanuele Barresi. Le letture sono tratte da Un paese da vendere e La donna che voleva volare. All’evento parteciperà inoltre Deadstar, cantante, dj, autore e produttore discografico (Amanda Lear, Boy George, Ely Barbosa).
Ambientato tra gli anni Sessanta e Settanta, in parte autobiografico, il romanzo ruota intorno alle vicende di un gruppo di ragazzi costretti a lasciare il piccolo paese dove sono nati, per sfuggire all’oppressione del contesto e realizzare le proprie vite. Le loro iniziative piene di intraprendenza e voglia di vita (l’apertura del New Young club per esempio, dove fare cultura, musica, teatro) si scontrano infatti quotidianamente con la mentalità chiusa e gretta del paese, le malelingue, le proibizioni della famiglia. Figura centrale è Giorgia, genitori separati, amatissimo padre completamente assente, destinata per eredità alla personalità tormentata e al libertinaggio.
Ognuno dei comprimari però, personaggi ben delineati e forti, seguirà la propria strada, “abbandonando il paese e subendo il peso del distacco da un orizzonte, oggi come allora, chiuso e poco generoso. Solo l’unione tra i ragazzi del gruppo e la solidarietà li fa sopravvivere a una vita impossibile e desolante”, racconta l’autrice Federica Bernardini.
Il paese in questione, riconoscibile nei luoghi e nelle vicende, anche se mai espressamente nominato nel testo, è Castelplanio (Marche – AN), luogo di nascita dell’autrice. Le vicende narrate in terza persona coprono un arco temporale di oltre un decennio, misurandosi tra fatti locali noti, personaggi riconoscibili alla comunità che ha vissuto quegli anni nel paese, storie d’amore e la grande storia internazionale. “I personaggi sono ispirati a persone realmente vissute in quegli anni, molto note in paese e potenzialmente riconoscibili anche se con nomi di finzione – continua Bernardini – Ma le vicende locali sono intercalate al contesto storico ampio. Dal boom economico poi risoltosi in niente, al ’68, dai fatti d’Ungheria e la nascita del centro sinistra, all’avvento della televisione. Un contesto disperato e duro purtroppo molto simile a quello attuale, stando alla situazione dei giovani di oggi. Anche se oggi le problematiche sono identiche ma anche peggiori. Una volta ci si poteva spostare al nord per cercare di migliorare la propria condizione di vita, oggi non sembra esserci neanche più questa possibilità”.
Un paese da vendere
Mattino, pomeriggio, sera e ancora mattina. Così i giorni, il tempo inesorabile. E dentro la vita, fatta di sorrisi, di ansie, di incomprensioni, di entusiasmi, di finzioni, di desideri, di compromessi, di eccitazioni. Le stagioni della vita raccontano storie e le storie, come strati di terra, seppelliscono il passato. Restano i ricordi, la memoria. Restano i protagonisti, diversi ma uguali nei tormenti di sempre, nei conflitti tra generazioni e ideologie, tra sentimenti e passioni. Una giostra a grande velocità in continua carica di movimento e con musica assordante. Un crepitio di fuochi d’artificio.
Poi il silenzio assoluto. E il tempo, ancora il tempo, compagno di sempre. La noia e la frustrazione di vivere in spazi troppo piccoli e troppo miseri. Miseria che ti si incolla addosso, che anche fuggire non serve a niente, contagiati da una vita opprimente. Forse anche tutto il paese è da vendere. Ma gli extraterrestri sarebbero interessati? (Nicola Zannotti)
L’autrice
Figura versatile dell’imprenditoria e della cultura, nata a Castelplanio (figlia dell’attore Bernardo Bernardini), Federica Cirilli da anni è attiva in ambito teatrale marchigiano sia nella compagnia Teatroluce da lei fondata, come scrittrice e regista, sia come coordinatrice del Gat regionale (Gruppi Attività Teatrali) – Presidente per la Regione Marche della F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatori). Insieme al marito Alessandro, è titolare della Esinplast, azienda leader nella progettazione, realizzazione stampi e nello stampaggio di materiali termoplastici con sede a Monsano. Con “Teatroluce” ha portato in scena opere di grandi autori da Eugène Ionesco (“Il re muore”) a Oscar Wilde (“Salomé”), da Tonino Guerra (“A Pechino fa la neve”) a Pablo Neruda (“Leñador”); in onore di quest’ultimo, su invito dell’Istituto di Cultura del Cile, ha curato vari spettacoli, di cui uno di teatro e danza a Isla Negra nel patio della casa natale del poeta cileno. Nel 2008, ha prodotto il film “Non c’è più niente da fare” per la regia di Emanuele Barresi. È fondatrice e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana Carlo Urbani, con cui ha portato in scena “La voce di un fiore di loto” sulla vita dello scienziato. Da scrittrice in versi e prosa ha pubblicato quattro sillogi poetiche, “Dischiuderò le imposte”, “Nomade”, “La Canzone di Nadine”, “Vivo dentro la camera degli ospiti” e una raccolta di fiabe “La rete strappata dai sogni”. Partecipa con significativi successi a concorsi letterari sia di poesia che di narrativa, avendo conseguito molti primi premi e qualificate recensioni. Appassionata di letteratura russa e per quanto riguarda la letteratura italiana, di Cesare Pavese in particolare, Federica Bernardini ha già in lavorazione un nuovo romanzo storico, ambientato a Genga tra il 1877 e il 1945, la cui figura centrale è una contadina capace di evolvere socialmente e culturalmente.
da Piccinini Comunicazione
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