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Essere genitori tra le sbarre, i detenuti di Montacuto si raccontano

SbarreTeatro, musica ed il racconto di esperienze personali concluderanno il progetto laboratoriale realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con la Casa Circondariale-Casa di Reclusione di Ancona e con il sostegno del Lions Club Castelfidardo Riviera del Conero.
 


Il progetto STABAT PATER, a cura di Silvano Sbarbati della Fondazione Pergolesi Spontini, ha avuto inizio lo scorso autunno tra le mura del carcere, coinvolgendo una decina di ristretti nella sezione “Alta Sicurezza” prima in laboratorio di scrittura creativa condotto dallo stesso dott. Sbarbati, e quindi, nelle ultime settimane, in un laboratorio teatrale e musicale finalizzato alla drammatizzazione dei racconti dei detenuti e tenuto dal regista Simone Guerro e dal M° Francesco Gatti.

Al centro del lavoro sviluppato nei laboratori e di seguito nello spettacolo, è il tema della paternità quando questa si presenta nella drammatica condizione di contenzione.

Parlare del sentimento di genitorialità è sicuramente un tema molto doloroso per i padri in stato detentivo, ma l’autenticità di questo valore può offrire occasioni preziose di consapevolezza e di ricostruzione della personalità.

Spiega la dott.ssa Santa Lebboroni, Direttrice del Carcere:
Il carcere deve essere una pausa per il deviante in cui si mettono in campo tutte le risorse per il recupero. Gli strumenti sono quelli a disposizione all’interno della struttura come il lavoro, la scuola, la formazione, ma soprattutto quanto è a disposizione del ristretto all’esterno come la famiglia.

L’esperienza insegna che i rapporti familiari motivano la persona a cambiare stile di vita ed il pensiero dei figli e del loro futuro è ciò che stimola in maniera più incisiva a scegliere di vivere ispirandosi a principi positivi e soprattutto a scegliere di ricominciare.

Quasi sempre, però, il distacco dalla prole genera sofferenza e senso di colpa: da qui la necessità di imparare a gestire un rapporto importante a distanza e l’esigenza, a scopo liberatorio, di rendere partecipi gli altri di una sofferenza interiore”.

L’iniziativa prosegue la felice collaborazione instaurata nel luglio 2010 tra la Fondazione Pergolesi Spontini e la Casa Circondariale di Ancona, quando – per la prima volta nella storia di Montacuto – furono rappresentate di fronte a 70 detenuti due rappresentazioni teatrali, entrambe dedicate a Pergolesi; nel dicembre dello stesso anno, poi, sempre la Fondazione promosse un concerto lirico sinfonico sempre in carcere, con l’obiettivo di portare ai detenuti l’arte, il teatro, la musica, per favorire l’integrazione sociale attraverso la forza delle emozioni.

dalla Fondazione Pergolesi Spontini

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Martedì 14 giugno, 2011 
alle ore 13:17
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