Convegno presso l’Università Politecnica sul ruolo dell’Università ed Imprese
Importanti affermazioni e ragionamenti sono venuti fuori dal convegno tenutosi presso l’Università Politecnica. Petrini: “In nessun paese del mondo un sistema di ricerca si regge se dietro non c’è lo Stato, è illusorio sperare di uscire dalla crisi tagliando risorse alla ricerca”.
Dopo la relazione d’apertura del vicepresidente della Giunta regionale e assessore alle Politiche comunitarie, Paolo Petrini, sono intervenuti Marcello Pierini, docente dell’ateneo di Urbino, Donato Iacobucci, docente presso l’Università Politecnica delle Marche, Patrizia Sopranzi, dirigente regionale per ricerca e innovazione. Hanno poi portato la loro testimonianza imprenditori innovativi attivi in diversi settori, oltre a docenti universitari.
“All’appuntamento di oggi – ha detto Petrini – ne seguiranno altri con le associazioni di categoria e i centri servizi, per condividere un percorso che faccia uscire le Marche dalla cappa negativa in cui si trova e che coinvolga tutti i contributi possibili. Abbiamo l’esigenza di promuovere legami positivi tra imprese, università, centri ricerca e cluster produttivi, per aumentare la nostra capacità innovativa. La nostra regione come le altre risente della crisi finanziaria internazionale, con difficoltà localizzate sopratutto nel Piceno e nel Fabrianese. Alla conferenza di Parigi sulla politica di coesione, a cui ho recentemente partecipato, è stato paventato il pericolo di una rinazionalizzazione degli interventi, un pericolo da evitare, perché la crisi attuale si affronta solo con un impegno corale per sintonizzare sistema produttivo e di lavoro con le mutate condizioni tecnologiche e competitive internazionali. Il cambiamento che dobbiamo avviare è soprattutto culturale, le piccole imprese sono spaventate dal futuro, dal mutamento repentino. Per questo dobbiamo dare risposte, la rincorsa al ribasso dei costi di produzione, che si traduce in bassi salari, non è la via. Occorre puntare su ricerca, innovazione e qualità per reggere la sfida competitiva, per questo occorre un partner forte nella ricerca. In nessun paese del mondo un sistema di ricerca si regge se dietro non c’è lo Stato, è illusorio sperare di uscire dalla crisi tagliando risorse alla ricerca”.
Iacobucci nel suo intervento si è soffermato sui dati relativi alla ricerca in Italia. Dati che evidenziano più ombre che luci: 2,82 ricercatori ogni mille abitanti, contro la media Ue di 5,7 (e il picco della Finlandia con 13,8), 64,6 brevetti ogni milione di abitanti (contro i 103,6 della media Ue (e i 140 del Giappone), una spesa totale in ricerca pari all’1,07 del Pil, contro una media Ue dell’1,98. Ma ciò che più differenzia il nostro paese rispetto ai partner europei è la ripartizione della spesa in ricerca tra settore pubblico e privato: così mentre la spesa pubblica in Italia – 0,69 per cento del Pil – è sostanzialmente in linea con quella europea – 0,77 per cento del Pil – è nella componente privata che si registrano le differenze maggiori. Infatti nel nostro paese solo lo 0,57 per cento del valore aggiunto industriale va alla ricerca, in Europa siamo al 1,61 per cento (in Svezia al 4,78). Differenza in parte spiegata dall’impossibilità di registrare l’attività di ricerca non formalizzata fatta dalle tante micro e piccole imprese italiane. Particolarità questa che riguarda anche le Marche.
L’intervento di Pierini ha riguardato i numeri della ricerca universitaria nelle Marche, evidenziando le opportunità che gli atenei possono mettere in pista, soprattutto con gli spin off, per i quali è attualmente aperto un bando di agevolazione lanciato dalla Regione Marche.
Sopranzi ha effettuato un excursus sulle politiche di sostegno alle imprese sul versante innovazione e ricerca attuate dalla regione. Politiche che hanno avuto notevole ritorno d’interesse da parte delle imprese, anche artigiane. Questi i numeri più recenti. Innovazione dei processi aziendali: 379 progetti per quasi 64 milioni di euro di investimenti attivabili; investimenti tecnologici: 758 progetti per oltre 173 milioni di euro di investimenti attivabili; ricerca e sviluppo: 247 progetti per quasi 142 milioni di euro di investimenti, trasferimento tecnologico: 87 progetti per quasi 26 milioni di euro di investimenti, sviluppo delle filiere tecnologiche: 52 progetti integrati (coinvolgono 155 imprese) per oltre 68 milioni di investimenti.
Sono poi seguite le testimonianze di imprenditori attivi in settori diversi, a dimostrazione che l’innovazione non conosce confini o settori ed è soprattutto attitudine mentale.
Ha coordinato gli interventi ed effettuato le conclusioni Sergio Bozzi, dirigente regionale dell’Autorità di gestione Fesr.
Fonte Regione Marche
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