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Rubano al Centro Ambiente di Montemarciano, arrestati padre e figlio

Sei mesi di reclusione per entrambi, senza misure cautelari

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furto, materiale sequestrato

I Carabinieri della Compagnia di Senigallia hanno arrestato due persone, di 45 e 19 anni, padre e figlio, rumeni, il primo autotrasportatore, responsabili in concorso tra loro di furto aggravato.


I due sono stati bloccati nel Centro Ambiente della Rieco a Montemarciano, mentre stavano rubando delle batterie esauste e copertoni di autocarri usati.

Nel tardo pomeriggio di lunedì 1°luglio, una pattuglia della Stazione di Montemarciano mentre percorreva via dell’Industria, ha notato un autoarticolato all’interno dell’area di stoccaggio dei rifiuti speciali della Rieco.

A quell’ora tuttavia l’impianto è chiuso e non è possibile conferire rifiuti. Peraltro il mezzo, un Volvo FH, non era della ditta concessionaria e pertanto non poteva conferire i rifiuti nel Centro.

furto, materiale sequestratoI militari quindi si sono diretti verso l’area in questione per eseguire un controllo. Appena arrivati a ridosso della struttura, si sono accorti che la rete metallica della recinzione era stata tagliata per consentire l’ingresso del mezzo pesante. Sul piazzale invece erano all’opera un uomo e un giovane, intenti a caricare nel semirimorchio delle batterie esauste che si trovavano accantonate nel deposito. I due sono stati fermati e indentificati in due cittadini rumeni, in transito in Italia. Il bilico, di proprietà di una ditta di trasporti rumena, trasportava cerchi di varie misure per autoveicoli, che erano stati regolarmente caricati in un’azienda del centro e destinati in Romania. Nel tragitto di rientro, il 45enne, autista del mezzo, si era fermato nell’area di stoccaggio per rubare le batterie esauste e alcuni copertoni usati di varie misure, facendosi aiutare dal figlio.

Una nuova tecnica sta invadendo il mercato nero, quella di rubare le batterie esauste per rivendere il piombo. In genere viene pagato 70 centesimi il chilo, chi lo acquista lo paga al massimo 35 centesimi. Ma solo se è piombo buono cioè pulito. Le batterie esauste, classificate come rifiuto pericoloso – tossico nocivo, per la loro alta percentuale di piombo e acido solforico vengono rubate e difficilmente sono piazzate in zona. Fanno un lungo viaggio, in questo caso verosimilmente in terra rumena, dove l’acido e la plastica di contorno vengono smaltite.

Le batterie, per la loro pericolosità, per le esalazioni ed eventuali perdite, vengono stoccate in cassonetti appositi collocati fra l’altro in zone areate. Riciclare il piombo adesso vale qualcosa di più del ferro. Ogni batteria pesa più o meno dieci chili, insomma, non si è trattato di un furto casuale.

La batteria ha una sua vita: una volta esausta l’elettrauto attiva una procedura di smaltimento che prevede il prelievo da parte di ditte specializzate che la ritirano e poi la conferiscono al consorzio nazionale che si occupa dello smaltimento.

La procedura intera prevede un registro di entrata ed uscita, da parte di tutte le componenti coinvolte nel ciclo del rifiuto speciale.

Le batterie esauste contengono, in peso, il 60-65% di piombo, la restante parte è costituita da acido solforico e materie plastiche.

I copertoni invece sarebbero serviti per estrarre i filamenti di rame.
Nel vano del semirimorchio sono state recuperate 30 batterie e 9 copertoni.

Inoltre, sono stati sequestrati una tenaglia, una cesoia, due pinze, un cutter e un coltello con lama di 19 cm, utilizzati per tagliare la rete metallica di recinzione.

I due sono stati dichiarati in arresto per furto aggravato ed hanno trascorso la notte in camera di sicurezza.

Questa mattina, martedì 2 luglio, sono stati presentati dinanzi al Tribunale di Ancona che all’esito del rito direttissimo li ha condannati ciascuno alla pena di 6 mesi di reclusione senza applicazione di misure cautelari.

La refurtiva, costituita dalle batterie e dagli pneumatici, è stata restituita al responsabile dell’impianto di stoccaggio dei rifiuti.

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