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Falconara, demolite “le casette degli operai” dell’ex Montedison

Ex MontedisonE’ scattata mercoledì 27 giugno la demolizione delle casette degli operai della ex Montedison. Dalle 8 circa la ditta di demolizioni incaricata dalla proprietà dell’area ha proceduto alla demolizione dei quattro fabbricati collocati all’interno dell’area privata e ubicati lungo la statale 16.



L’intervento è stato disposto con apposita ordinanza firmata dal sindaco Goffredo Brandoni che di fatto ordina alla proprietà dell’ex Montedison “la definitiva messa in sicurezza degli edifici insistenti su tutta l’area procedendo, ove ritenga, anche alla demolizione di quelli che non sono soggetti a vincoli di tutela monumentali imposti con decreto o urbanistici che ne vietino la demolizione”.

Sul posto, oltre al vicesindaco Clemente Rossi, al Comandante dei vigili Stefano Martelli, il Comandante della tenenza dei carabinieri Matteo Demartis, e il vicequestore Stefano Santiloni, sono intervenuti anche quattro operatori della Polizia di Stato, quattro uomini della Polizia Municipale falconarese e tre militari dell’Arma dei Carabinieri.

Come disposto dalla Questura di Ancona, la task force, composta da Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale, aveva il compito di: evitare assembramenti di persone o curiosi che potessero intralciare l’esecuzione dei lavori e il traffico, nonché svolgere l’attività di bonifica dell’area, meta di sbandati e senza tetto, procedendo all’identificazione dei predetti, eventualmente presenti.

Fino al termine della mattinata tuttavia le forze dell’ordine presenti si sono limitate a garantire il regolare flusso di traffico sulla via Flaminia e qualora necessario hanno bloccato la circolazione per garantire il passaggio dei mezzi pesanti utilizzati per la demolizione e la rimozione di calcinacci e rifiuti.

Nel corso della operazioni di demolizione è stato utilizzato anche un mezzo speciale in dotazione alla protezione civile di Montemarciano/Falconara per irrorare di acqua nebulizzata le macerie e la polvere che si stava diffondendo nell’aria. L’intervento era ritenuto oramai improcrastinabile dai soggetti deputati alla tutela dell’igiene pubblica e sicurezza.

La questione era da tempo al vaglio della giunta Brandoni legittimamente sollecitata dai rappresentanti della proprietà dell’area che segnalavano le difficoltà, anche economiche, di presidiare costantemente l’area al fine di impedire le ricorrenti occupazioni abusive.

Già il 10 aprile 2007, l’allora sindaco Riccardo Recanatini con apposita ordinanza sindacale (la n° 73)  a seguito dell’accertamento di occupazioni abusive impose al proprietario dei luoghi l’obbligo di “interdire l’accesso all’area con idonea recinzione e di realizzare idonee tamponature agli infissi degli immobili”. Intervento eseguito successivamente a più riprese, ma vanificato da ignoti che ripetutamente hanno demolito le apposite tamponature predisposte, creando varchi per accedere agli edifici.

E’ stato verificato inoltre che l’occupazione abusiva, ricorrente nella notte e sporadica nelle ore diurne, delle “case degli operai” insistenti nell’area “ex Montedison” è da ricondurre a persone senza fissa dimora. Vi sono continue segnalazioni di cittadini secondo cui gli occupanti attraversano la statale, in quella zona, priva di illuminazione creando pericolo per se e per gli altri. Inoltre, dopo essersi  radunati in tarda serata nei centri abitati più prossimi, si spostano a gruppi verso l’ex Montedison generando insicurezza in chi vi si imbatte. Ciò alla luce anche degli ultimi episodi di microcriminalità collegabili agli occupanti abusivi.

E’ già accaduto infatti che persone, dopo aver compiuto atti delinquenziali, hanno cercato e trovato rifugio all’interno di tali edifici per sottrarsi ai controlli. E nonostante gli interventi che hanno eseguito più volte le forze dell’ordine hanno portato a numerose denunce a carico degli occupanti, non hanno sortito l’effetto di scoraggiare ulteriori occupazioni senza titolo. Fenomeno che nell’ultimo periodo, favorito anche dalla bella stagione, si è allargato nel numero di occupanti e nell’incidenza di episodi di microcriminalità riconducibili a questi soggetti.

Vanno evidenziati anche i problemi di origine igienico-sanitaria. Innanzitutto l’11 giugno scorso l’Asur Marche indica come i quattro edifici (case operai ex-Montedison), “fatiscenti e pericolanti” versino in stato “di degrado assoluto, strutturale ed igienico sanitario”, in quanto “ricolmi di calcinacci e rifiuti vari” e “privi di acqua potabile e servizi igienici” specificando che sono da definire “impropri” ed “inabitabili”. Insomma l’occupazione abusiva era associata ad un abnorme accumulo ed abbandono di rifiuti di ogni genere (suppellettili, indumenti, stracci, pentolame, nonché avanzi di cibo e imballaggi vari), anche speciali, all’interno degli edifici che la società proprietaria più volte si è dovuta fare carico di rimuovere e smaltire. Tali precari manufatti inoltre non erano allacciati a nessuna utenza, risultando privi di acqua corrente, energia elettrica e della rete di smaltimento delle acque luride, e risentono del decorso degli anni e dell’utilizzo improprio costituendo pericolo per gli stessi occupanti abusivi che accedendovi si espongono a rischio di infortunio e che sopperiscono alla mancanza degli infissi e di ogni tipo di riscaldamento accendendo falò direttamente all’interno degli edifici, con evidente rischio di incendi. Tutto ciò  in un’area soggetta alle direttive del Ministero dell’Ambiente in materia di inquinamento.

Va inoltre evidenziato che l’11 febbraio 2010 il Comitato di Ordine e Sicurezza Pubblica ha effettuato un sopralluogo nel sito evidenziando le condizioni di massima marginalità sociale degli occupanti e l’estremo degrado dei luoghi, prendendo atto che la situazione avrebbe potuto “facilmente creare tensioni sociali e ricadute sull’ordine e la sicurezza pubblica”. Non solo.  In data 2 maggio 2012, sempre il Comitato di Ordine e Sicurezza Pubblica, si è espresso  sulla questione relativa alle “case degli operai” insistenti nell’area ex Montedison indicando che “non è più prorogabile la demolizione dei manufatti da imporre con atto del Sindaco” come previsto dall’art. 54 del TUEL. ordinanza firmata dal sindaco Brandoni il 14/06/2012.

Infine si precisa che solo alcuni degli edifici presenti all’interno dell’area risultano espressione tipica di archeologia industriale, mentre quelli definiti “casette degli operainon sono soggetti ad alcun vincolo della Soprintendenza dei beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche.

Circa i soggetti che erano usi a servirsi di quell’area noi siamo favorevoli a creare le migliori condizioni di vita per chi veramente ha dimostrato di volersi integrare nel nostro tessuto sociale ed economico – commenta il vicesindaco Clemente Rossi -. Gli altri che non accettano le regole del vivere comune e le leggi dello Stato italiano, devono fare le valigie e andarsene dal nostro Paese e ritornare nei territori di origine”.

dal Comune di Falconara Marittima
 

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Mercoledì 27 giugno, 2012 
alle ore 16:29
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