Osimo, Mons. Giovanni D’Ercole ospite della rassegna “I contemporanei”
“Il tritacarne mediatico macina anche la dignità della persona”. Lo ha detto a Osimo il vescovo-giornalista, mons. Giovanni D’Ercole, che alcuni mesi fa è stato coinvolto e poi assolto nell’inchiesta sulla tentata truffa allo Stato sui cosiddetti “Fondi Giovanardi”. Mons D’Ercole, sollecitato da Stefania Bernardini, conduttrice del dibattito, ha parlato con amarezza della sua vicenda personale e ha invitato i giornalisti a una maggiore cautela: “La notizia è sacra e va pubblicata, ma non bisogna mai dimenticare che dietro i fatti ci sono le persone”.
Il vescovo giornalista, conosciuto al grande pubblico per la sua attività sul piccolo schermo come conduttore della trasmissione televisiva “Sulla via di Damasco”, in onda il sabato mattina su Rai2, ha parlato della sua vicenda giudiziaria senza alcun rancore: “Sono stato accusato di false informazioni al Pubblico Ministero e di divulgazione di segreti nell’inchiesta su una tentata truffa allo Stato. Il coinvolgimento di un vescovo ha dato grande clamore a quel fatto. Nonostante l’archiviazione, ho chiesto di essere giudicato e nel giugno scorso sono stato assolto perché il fatto non costituisce reato. La notizia dell’assoluzione è stata però messa in un cantuccio o addirittura ignorata. Quella vicenda ha lasciato una cicatrice che resterà per sempre”.
Mons Giovanni D’Ercole è stato invitato a Osimo per la rassegna “I contemporanei” organizzata dallo Ju-Ter Club e dal Circolo culturale +76. E’ stata un po’ un’anteprima del Festival sul giornalismo d’inchiesta che si svolgerà nella città dei “senza testa” dal 29 settembre al 20 ottobre. Sara Bertolucci e Stefania Bernardini, due giovani giornaliste appena uscite dalla Scuola di Urbino, hanno presentato l’ultimo libro di mons. D’Ercole “Nulla andrà perduto: il mio grido di speranza per l’Italia”. Mons. D’Ercole, rispondendo alle domande delle conduttrici e del pubblico, ha parlato ancora della stampa e dei giornalisti.
“Anche nella stampa cattolica – ha detto il vescovo – occorre distinguere chi è “solo” di indirizzo cattolico o chi, pur parlando della Chiesa non si ispira alle parole del vangelo e riporta semplicemente i fatti così come sono avvenuti. Il giornalista è colui che informa; il giornalista cattolico informa ma lo fa attraverso le parole del vangelo”. Grazie alla sua esperienza, non solo in campo giornalistico, Mons. D’Ercole ha poi suggerito interessanti riflessioni. Ha parlato ad esempio di come le nuove tecnologie e l’informatica più in generale possano influenzare il linguaggio e il lessico dei giovani, dei cosiddetti “nativi digitali”: “Mi è capitato in qualche predica di utilizzare vocaboli quali “salvare” o “giustificare”. E in quella occasione mi sono domandato se, effettivamente, i giovani d’oggi danno lo stesso significato che davamo noi a queste parole”.
Durante la serata non potevano poi non essere ricordati due eventi molto importanti: il terremoto dell’Aquila e dell’Emilia e la recentissima scomparsa del Cardinal Martini. Una delle conduttrici ha ricordato una dichiarazione del Cardinale Martini secondo il quale “la Chiesa è indietro di duecento anni”. Mons. D’Ercole ha risposto che la Chiesa, essendo espressione di Dio non può avere “tempo” ed essere quindi retrograda o attuale. Ci possono però essere all’interno della Chiesa persone indietro coi tempi. “È qui, forse, su questo punto che bisognerebbe intervenire”. A conclusione della serata sono stati annunciati gli appuntamenti e tantissimi ospiti del Primo Festival nazionale sul giornalismo d’inchiesta, in programma a Osimo dal 29 settembre al 20 ottobre.
dal Circolo Culturale JU-TER Club Osimo
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