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Quanto vale il gioco nelle Marche: i numeri

"Anche una regione più piccola come le Marche riesce a contribuire sensibilmente alla raccolta generale"

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Slot machine

Da quando esiste il gioco online, sempre più italiani hanno iniziato ad approcciarsi a quelle attrazioni che mettono in palio la possibilità di ottenere vincite cospicue. Le lotterie si giocano ormai anche a distanza, ma sono anche le attività del tavolo verde ad attecchire particolarmente.

Il senso dell’intrattenimento è cambiato, specialmente negli ultimi anni, in cui la spesa nazionale è cresciuta di oltre il 50% rispetto a prima. Numeri che fanno le fortune in primis dell’erario, verso il quale confluisce il 20% delle somme investite. Va da sé che i dati sono variabili e soggetti a cambiamenti talvolta anche imprevisti, ma se c’è un particolare che più facilmente rimane immutato è la proporzione della mole di gioco tra le singole regioni.

Lazio, Lombardia, Campania e Piemonte sono evidentemente le zone in cui gli italiani giocano e dunque spendono di più. Tuttavia, anche una regione più piccola come le Marche riesce a contribuire sensibilmente alla raccolta generale. Ad Ancona, ad esempio, vengono spesi ogni anno sui 500.000 euro, ma le vincite raramente superano i 400.000. Numeri solo leggermente più bassi a Macerata e dintorni. Anche nelle province di Urbino e Pesaro le rilevazioni parlano di una notevole attenzione nei confronti del gioco. Per trovare altri dati, bisogna spostarsi ad Ascoli Piceno, dove i giocatori risultano più moderati. Qui si spende meno di 300.000 euro all’anno.

Paragonate a quelli Roma e Milano sono cifre molto meno importanti, tuttavia a destare preoccupazione a livello nazionale è soprattutto Il costo sociale, pari a 5 miliardi. Se anche i piccoli comuni marchigiani riescono a registrare certe somme, il quadro generale della situazione del gioco in Italia appare piuttosto chiara. Di conseguenza, non sorprende che anche in campo mediatico il tema trovi terreno fertile e si inizi a fare paragoni con altri settori: la spesa nazionale per il gioco è di 110 miliardi e il fatto che quella sanitaria ammonti invece a 135 non può che far riflettere. Al giorno d’oggi si stima che la metà degli italiani abbia giocato almeno una volta nella vita.

Anche le Marche riescono a dotarsi delle strumentazioni necessarie per favorire l’attività ludica, per quanto gli esercenti sappiano bene che aprire una sala o un centro è diventato molto complicato tra licenze e permessi obbligatori. Secondo il Libro Blu, le Marche contano meno di 10.000 apparecchiature AWP tra i locali distribuiti nella regione, molto di meno rispetto a Lazio e Lombardia. Ultimamente, comunque, il trend è cambiato. Nel 2021 la spesa complessiva delle Marche per il gioco fisico è stata di 409,78 milioni di euro, le vincite sono state pari a 299,14 milioni e la spesa a 110,63 milioni: in tutti e tre i casi, i numeri sono risultati inferiori rispetto al biennio precedente.

In attesa del 2023, i marchigiani continueranno sicuramente a rimpolpare i dati manifestando nuovamente la loro dedizione al gioco. Sebbene in misura relativa, anche dalle parti di Ancona e dintorni le attrazioni online riscontrano un certo seguito. La minore presenza di sale di intrattenimento sul territorio non arresta infatti l’apertura di conti di gioco virtuale e di conseguenza c’è chi, semplicemente da casa, si diletta a partite nei tornei di poker o in giochi più specifici come la roulette o le slot, ad esempio la celebre Book of Ra o la slot “fiammante” Diamond. Se il gioco in rete continua a macinare è anche perché non è frenato dalle barriere logistiche delle attività in presenza. Per questo motivo l’assenza di grandi centri nelle Marche limita solo in parte l’aumento della spesa in tutta la regione.

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