Vertice Italia Serbia ad Ancona, manifestanti si scontrano con la polizia
Vertice intergovernativo italo-serbo nel palazzo regionale di Ancona, manifestazioni e scontri in strada. Centinaia di attivisti di tutti i centri sociali delle Marche si sono dati appuntamento nella zona degli Archi da dove è partito un corteo che ha tentato di arrivare alla sede della Regione Marche, ma è stato tenuto sotto controllo dalle forze di polizia schierate per l’occasione.
Diversi i momenti di tensione e di piccoli tafferugli che hanno registrato almeno due feriti lievi e alcuni contusi. Tante invece le proteste per un cordone che ha secondo gli attivisti “impedito il diritto di manifestare” a suon di manganellate, senza che fossero state portate armi da parte di chi era sceso in strada.
Ripercussioni su tutta la città di Ancona, mezza paralizzata per quanto riguarda il traffico alla stazione ferroviaria e piazzale Italia dove il corteo ha provato a saltare la barriera della polizia.
A quanto riferisce la Questura è stato garantito lo svolgimento delle lezioni nelle scuole e nel resto della città agevolato al massimo il ritmo quotidiano di quanti si recavano al lavoro.
“Contro il governo delle larghe intese è vietato manifestare – scrivono i Centri Sociali delle Marche. Non basta l’usurpazione di ricchezze, di diritti e di libertà che ogni giorno Letta ed i suoi complici perpetrano imponendo a noi tutti le politiche di austerità dettate dalla troika europea: a questo si aggiunge anche l’esproprio delle nostre città, dove i vertici governativi diventano l’occasione per imporre con la forza militare il silenzio e l’estromissione dai nostri quotidiani luoghi di vita. Il vertice italo-serbo che si è svolto oggi in Ancona, all’interno dei palazzi della Regione Marche, ha trasformato gran parte della città in un’enorme zona rossa. Il percorso richiesto per il corteo organizzato dalla Rete dei Centri Sociali, unitamente ad altre associazioni, è stato integralmente vietato. I divieti e le cariche della polizia non ci hanno fatto arrendere oggi e non ci faranno arrendere domani. Così, invece del silenzio, il sig. Letta ha trovato oggi una città decisa a prendere voce, non solo con le parole ma anche con i fatti. Una voce che ha preso subito corpo nei tre grandi striscioni che hanno caratterizzato il corteo: “Licenziamenti, sfratti, povertà basta austerità” “abrogare la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi” “Amnistia subito”.
Con la manifestazione di oggi siamo riusciti a ribadire che il territorio in cui viviamo, agiamo, ed esprimiamo l’insopprimibile desiderio di un cambiamento radicale, non è facile togliercelo da sotto i piedi, neppure quando il sig. Letta può contare sul silenzio complice delle grandi organizzazioni sindacali“.
da Redazione
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