Monumenti e Chiese di Ancona

L’architettura religiosa
Essa è di epoca medievale ha lasciato ovunque prestigiose tracce, con una grande varietà di stili e particolarità. Spesso nelle chiese più antiche sono state ritrovate e restaurate pavimentazioni in mosaico appartenenti ad antiche chiese paleocristiane, sulle quali si è poi sviluppato l’edificio successivo, come nel caso della chiesa di Santa Maria della Piazza di Ancona.
Il Rinascimento con i suoi ideali ha in questa città capolavori come le opere civili dell’architetto Francesco di Giorgio Martini il Palazzo del Governo ad Ancona.

 

Cattedrale di S. Ciriaco

La Cattedrale ha avuto più fasi di carattere architettonico: essa è sorta sulle rovine di un tempio pagano, risalente al periodo della colonizzazione greco-siracusana (sec. IV-III a.C.), come è attestato dagli importanti resti venuti in luce negli scavi del 1948. Sul basamento a grossi blocchi di tufo di questa prima costruzione, furono eretti i muri perimetrali di una basilica paleocristiana, tra il V e il VI secolo, forse al termine della guerra gotica, che nei ripetuti assedi aveva gravemente danneggiato la vecchia Cattedrale di S. Stefano, fuori le mura.
Fusti e basi di colonne, e di pilastri con capitelli alla bizantina resti di pulvini e di transenne, frammenti di pavimento a mosaico e altri elementi architettonici, ancora visibili, confermano che il tempio presentava lo schema dell’edificio basilicale latino a tre navate, con abside verso nord e portale dalla parte opposta e altre caratteristiche di tipo ravennate.
Sul finire del sec. XI, mentre la città si reggeva a libero Comune e nell’attività dei commerci e della navigazione accresceva il suo prestigio e la sua prosperità, per le nuove esigenze di carattere religioso e civile, la Chiesa fu ampliata con l’innesto del braccio longitudinale, creando un complesso armonico a pianta centrale, sul tipo delle basiliche bizantine.
Dopo la devastazione e l’incendio della città ad opera dei Saraceni la Chiesa del Guasco, inizialmente dedicata a S. Lorenzo, fu sostituito a poco a poco da quello di S. Ciriaco, il Santo Patrono del libero Comune e della Diocesi.
Nell’ultima guerra, sotto i colpi delle ripetute incursioni aeree, tutto l’edificio riportò profonde ferite: la Cappella del SS. Crocifisso fu spezzata in due tronconi, seppellendo sotto le macerie la cripta-museo, e riducendo il materiale in essa conservato in frantumi. Grazie ai solleciti restauri, eseguiti
magistralmente dalla Soprintendenza ai Monumenti, il tempio è tornato a rifulgere nelle maestà delle sue linee austere ed eleganti.

 

Santa Maria della Piazzasanta maria della piazza
E’ una chiesa romanica eretta su chiese preesistenti, terminata nei primi decenni del ‘200 con la realizzazione della magnifica facciata, decorata da lesene e fasce di archetti. L’interno è a tre navate con soffitto a capriate. Nell’alta abside si trova un Crocifisso ligneo del ‘500. Lavori di restauro hanno portato alla luce i resti della precedente chiesa paleocristiana a tre navate; in alcuni punti è visibile una pavimentazione a due strati di mosaici, sottostante a quella attuale, che si riferiscono a due fasi diverse della costruzione dell’edificio, databili V e VI secolo.

 

San Francesco delle Scale
Su una scenografica scalinata sorge questa chiesa costruita nel 1323, rinnovata poi nel ‘700 e adibita nel XIX secolo, per un periodo, a ospedale. Nella facciata, spicca il ricco portale in stile gotico-veneziano, con decorazioni di Giorgio Orsini (1454).
All’interno, nell’abside, è conservata l’Assunta di Lorenzo Lotto (1550).

 

Ex chiesa di Sant’Agostino

Costruita dai monaci agostiniani nel ‘300, era una delle tappe dei pellegrini sulla via per Roma. Un altro esempio della maestria di Giorgio Orsini è il portale di questa chiesa, in stile gotico fiorito, iniziato nel 1460 e completato dopo la sua morte (1475). Fu ampliata nel ‘700 da Luigi Vanvitelli.
 
 
L’epoca Romana

Le Marche hanno una ricca presenza di resti romani, in parte visibili nelle città, in parte oggetto di scavi e ritrovamenti ancora oggi in corso. Teatri, archi, mura, porti e strade sono fra le grandi opere realizzate in epoca romana che resistito al tempo. Si possono ammirare resti di anfiteatri ad Ancona.

 

 

Anfiteatro romano
anfiteatro romanoAdiacente a piazza del Senato, coperto nel tempo da costruzioni che rendono molto complessi gli scavi, l’anfiteatro è all’interno di un grande cantiere aperto, visitabile solo accompagnati da una guida. Costruito tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., con pianta a ellisse, era collocato a circa 50 metri sul livello del mare, tra due colli; si calcola potesse accogliere tra i 7000 e i 10.000 spettatori. Dai camminamenti che circondano il sito si può ammirare un panorama spettacolare a strapiombo sul mare e sulla costa.

 

Il porto antico

L’arco è stato eretto nel 115 d.C. in omaggio dell’imperatore Traiano, che a proprie spese aveva ampliato e consolidato le strutture del porto naturale, per rendere più sicuro l’approdo ai naviganti.
A distanza di diciannove secoli, esso sull’alto podio si eleva solenne nell’eleganza e semplicità dei due piloni di marmo imezio, che convergono in un unico fornice e sono ornati su ambe le fronti da due coppie di colonne scanalate con capitelli corinzi e rostri di bronzo; sull’architrave si innalza la mole dell’attico, con l’iscrizione dedicatoria del Senato e del popolo romano in onore dell’imperatore Traiano al centro, della moglie Plotina a sinistra, e della sorella Marciana a destra, mentre sulla sommità si stagliavano le loro statue come si rileva dai cavi ancora esistenti.

 

Il Settecento e l’ottocento
Se nelle Marche l’architettura barocca non fu particolarmente rappresentata, il ‘700 vide un rilancio dell’attività di ammodernamento e abbellimento delle città. Particolarmente intensa in questo periodo fu l’attività dell’architetto Luigi Vanvitelli, che lavorò come progettista pontificio per papa Clemente XII e realizzò nelle Marche diverse opere in stile neoclassico. L’architettura ottocentesca fu caratterizzata dalla nascita di importanti teatri, commissionati agli architetti più importanti del tempo, tra cui Vincenzo Ghinelli (Teatro delle Muse).
 

 

Il Lazzaretto

Fu realizzato a partire dal 1732 da Luigi Vanvitelli (Napoli, 1700 – Caserta, 1773) nelle vicinanze del porto del capoluogo marchigiano. La costruzione (che si estende per quasi ventimila metri quadrati), fu progettata durante la riorganizzazione urbana di Ancona per garantire l’immunità da eventuali epidemie portate da merci e persone provenienti da luoghi risaputi come infetti. La sua realizzazione, fu accompagnata anche dalla felice situazione commerciale attraversata dalla città, divenuta in quel periodo porto franco grazie a Clemente XII. La prima pietra venne posta il 26 luglio 1733, i lavori saranno completati solo nel 1743, tre anni dopo la morte di Clemente XII (1740).
La Mole Vanvitelliana: il lazzaretto anconaLa Mole Vanvitelliana, dotata di grande solidità, si presenta tutt’ora nella classica forma pentagonale. La presenza del rivellino, l’altezza dal muro di cinta e delle feritoie, testimoniano la funzione militare dell’edificio; ma è anche un’ isola-città, capace di alloggiare fino a duemila persone, contenere decine di migliaia di metri cubi di merci, riservare centinaia di migliaia di litri d’acqua, grazie a un sistema sofisticato di raccolta. La funzione sanitaria, per contumacie e quarantena, era garantita dalla dislocazione degli alloggi nella fabbrica interna; ventisei locali distribuiti in un sistema alveare costituiscono l’area del deposito merci. Un tempietto votivo, di stampo neo-classico dedicato a S. Rocco, si erge al centro del cortile. Nel corso degli ultimi due secoli, ha acquisito la funzione di ospedale militare e di caserma, costituendo spesso, l’elemento cardine della difesa anconetana. Ne1884, diviene sede delle operazioni di raffineria degli zuccheri per poi, nel 1947, diventare sede della manifattura dei tabacchi dopo essere stato sede militare nel corso dei due conflitti mondiali. Oggi la Mole Vanvitelliana ha ospitato e, continuerà ad ospitare, mostre di rilievo nel panorama artistico nazionale.
 

 

Teatro delle Museteatro muse

Da pochi anni riaperto in seguito a una lunghissima opera di restauro (gravemente danneggiato tra il 1943-45, ha attraversato complesse vicende nella fase di ricostruzione), questo grande teatro merita di essere citato: fu progettato da Pietro Ghinelli nel 1822, appena dopo aver terminato il Teatro di Pesaro e inaugurato con un’opera di Rossigni. Si tratta di un edificio imponente, con gli elementi stilistici di tipo neoclassico in voga al tempo, che si ritrovano anche nel Teatro della Scala di Milano.

 

Monumento ai Caduti e Palazzi
La città non smentisce le sue tradizioni di eroismo; ed è proprio dal suo porto che partono i Mas di Rizzo e di Aonso, per il siluramento davanti a Premuda della corazzata austriaca Santo Stefano (10 giugno 1918). Ben settecento anconitani cadono nella guerra 1915-1918.

 

Monumento ai cadutiLa città, memore e riconoscente, dedica alla memoria dei Caduti, al Passetto, uno dei più bei monumenti d’Italia dovuto all’architetto concittadino Guido Cirilli. Ormai Ancona, superata ed abbattuta l’antica cerchia di mura, si distende lungo la valle di S. Margherita, trasformata in un funzionale ed elegante quartiere con il grande fascino del viale della Vittoria.

Due monumentali palazzi segnano l’inizio del Viale: il Palazzo delle Poste del Cirilli, e l’edificio disegnato dall’architetto Amos Luchetti Gentiloni, l’attuale Palazzo del Popolo, sede del Comune. La seconda guerra mondiale procura alla città nuove immense rovine; bombardamenti aerei e navali determinano la distruzione di interi quartieri con la morte di moltissimi cittadini. Notevole è il contributo degli anconitani alle lotte partigiane nel periodo della Resistenza.
 

La città è angosciosamente prostrata e straziata; appena 4 mila persone rimangono nelle sconnesse abitazioni sotto il terrore di continuo pericolo di morte. Le sue sofferenze le

 

procurano una medaglia d’oro al valor civile. E’ il 1960. La città cresce e si sviluppa. Nonostante il sisma del ’72 e la grande frana dell’82. Il centro antico risanato ed i nuovi quartieri hanno il respiro da città europea. L’Università non è da meno. Il terzo millennio è già cominciato.