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Nasce l’osservatorio del Commercio e del Turismo della CNA, i primi dati

CNAPresentati lunedì 14 marzo alla stampa i primi risultati dell’attività di indagine dell’Osservatorio del commercio e del turismo nella provincia di Ancona istituito dalla Cna con il supporto del Centro Studi Sistema. Presenti i vertici della Cna provinciale, della Cna Commercio, nonché i responsabili del Centro Studi Sistema della Cna delle Marche e il vice presidente della Provincia Giancarlo Sagramola.
 


Lo studio raccoglie le risposte di circa 100 imprese del settore dislocate su tutto il territorio della provincia e viene eseguito con cadenza biennale.

Il primo rapporto fa riferimento all’andamento della seconda metà del 2010 e alle previsioni per la prima metà del 2011. L’andamento congiunturale delle vendite registra una prevalenza dei casi di peggioramento del fatturato (il 33,8% delle imprese) rispetto a quelli di miglioramento (il 26,8% delle imprese). I casi di stabilità del fatturato sfiorano il 40% del totale e caratterizzano gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare (ipermercati, supermercati) che hanno indicato tutti un fatturato stabile rispetto al primo semestre 2010.

Per il I sem. 2011 le attese sul fatturato sono orientate alla stabilità: oltre il 60 % delle imprese prevede fatturato stazionario. Una prevalenza di situazioni positive si registra invece per i pubblici esercizi (bar, ristoranti, stabilimenti balneari, ..): i casi di aumento del fatturato sono il 44,4% mentre quelli di diminuzione riguardano un terzo delle imprese (33,3%). Solo il 22% dichiara fatturato stabile.

L’effetto della crisi, che induce le imprese a mantenere stabili i prezzi di fronte alla debolezza della domanda e alle difficoltà crescenti dei consumatori, è confermato dalle indicazioni delle dinamiche dei prezzi che gli esercenti intervistati sono orientati ad una prevalente condizione di stabilità sia in termini congiunturali (88,8%) sia in termini tendenziali (80%). La scarsissima diffusione di imprese con prezzi in diminuzione è probabilmente riconducibile al fatto che già i prezzi al consumo sono bassi e una loro ulteriore diminuzione risulta assai difficile. Nel dettaglio dei comparti analizzati i prezzi sono prevalentemente stabili per tutte le tipologie considerate ma per alcune di esse si registrano quote non trascurabili di imprese con prezzi in aumento: ciò avviene per un terzo degli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare (ipermercati, supermercati, minimercati …) e per un quarto degli esercizi specializzati a prevalenza alimentare (Frutta, Carne, Pesce, Pane, Bevande,Tabacco, ecc.).

Gli andamenti degli ordinativi ai fornitori consentono di verificare che: la crisi dei consumi ha continuato a produrre i suoi effetti nel corso del 2010 tali effetti non si sono alleggeriti nel corso dell’anno sono risultati in netto peggioramento rispetto al 2009.

La stabilità è la condizione dominante per l’occupazione: oltre il 90% delle imprese ha mantenuto i livelli occupazionali. Si osservano alcune differenze di rilievo tra le diverse tipologie di esercizi: per gli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare (GDO – grande distribuzione organizzata) l’occupazione è risultata in aumento in un terzo dei casi rispetto al primo semestre 2010; tra gli esercizi pubblici (bar,ristoranti, ecc.) si rileva una quota relativamente inferiore di imprese con occupazione stabile. Non mancano le imprese intenzionate ad effettuare nuove assunzioni (l’8,5% dei casi), in particolare tra gli esercizi specializzati a prevalenza alimentare (dove il 22,2% è intenzionato a nuove assunzioni, e tra i pubblici esercizi (bar, ristoranti, ecc.) dove il 21,4 è intenzionato a effettuare nuove assunzioni.

Ampia parte delle imprese ha introdotto rinnovamenti negli ultimi due anni riguardanti in primo luogo la varietà delle merci e dei servizi commercializzati (32,2% dei casi).

Nei prossimi due anni tale quota è prevista però inferiore e questo testimonia della difficoltà di impostare programmi di investimento e di innovazione nella attuale situazione.

Per quanto riguarda le maggiori difficoltà riscontrate nell’ultimo anno, gli esercenti hanno indicato come causa “rilevante” principalmente la diminuzione dei consumi (34,9%) da parte della clientela, sicuramente dovuta alla minor disponibilità di reddito dei cittadini, ma si osserva anche che un’un’ampia quota dei commercianti intervistati ha indicato come difficoltà rilevante il peggioramento delle condizioni di accessibilità (degrado urbano, difficoltà di sosta) della zona ove è situato l’esercizio.

Coerentemente alle difficoltà “rilevanti” appena espresse, è da notare come la maggior parte dei titolari abbia indicato come interventi auspicabili per superare le difficoltà proprio quelli di riqualificazione urbana (41,3%) e di riorganizzazione/potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico per migliorare l’accessibilità della zona (32%).


dalla
CNA

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Lunedì 14 marzo, 2011 
alle ore 15:59
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