Casagrande sullo sciopero CGIL: “Gesto verso parte migliore del Paese”
La Presidente della Provincia di Ancona sulla mobilitazione sindacale del 6 settembre: “Atto di responsabilità”
Di fronte al carattere depressivo di una manovra economica che colpisce le fasce più deboli della popolazione, non chiede nulla ai possessori di grandi patrimoni e tutela gli evasori, lo sciopero indetto oggi dalla Cgil, diversamente da quanto sostiene l’eterogeneo coro dei contrari, è prima di tutto un gesto di responsabilità verso la parte migliore, onesta e sicuramente maggioritaria degli italiani.
Quella dei lavoratori dipendenti che concorrono allo sviluppo materiale attraverso la fiscalità generale; delle imprese che producono crescita economica, occupazione e innovazione; delle amministrazioni locali capaci di garantire con equità ed efficienza l’accesso universale ai servizi essenziali.
Uno sciopero per affermare e rilanciare l’idea che la crisi non può continuare ad essere pagata dai soliti noti, come accaduto negli ultimi tre anni, che il treno della ripresa economica non lo si può prendere attraverso la lesione dei diritti acquisiti, ma semmai con la loro estensione, ma soprattutto che questa volta davvero, come richiede l’eccezionale gravità del momento, chi più ha più metta.
Invece, lungi da questa idea e incuranti di aver già spremuto tutto ciò che c’era da spremere dal mondo del lavoro nella sua accezione più ampia, si riscoprono vecchi ghiribizzi come quello dei licenziamenti indiscriminati. Questa, infatti, è l’ultima trovata inserita nella manovra dal governo: la deroga all’articolo 18 che garantisce i lavoratori dal licenziamento senza giusta causa. Un proposito già respinto nel 2003 quando scesero in piazza oltre tre milioni di lavoratori e che oggi ritorna con l’obiettivo di far saltare definitivamente la Costituzione e lo Statuto dei lavoratori dentro i cancelli delle fabbriche.
L’auspicio è che le strade e le piazze dello sciopero possano raccogliere l’alternativa a questo disegno del governo che divide, discrimina e impoverisce materialmente e culturalmente l’Italia. Raccogliere ma soprattutto unire le forze politiche, sociali e istituzionali che credono nel cambiamento, che vogliono e riconoscono come possibile costruire una società diversa da quella presente, restituendo significato a parole come diritti, giustizia e uguaglianza.
da Patrizia Casagrande Esposto
Presidente della Provincia di Ancona
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