Il film “La stanza del figlio” è valso al regista Nanni Moretti La Palma d’Oro al 54° Festival di Cannes, 3 David di Donatello (la pellicola aveva avuto ben dodici nomination) e il Nastro d’argento come “regista del miglior film“. A più di 10 anni di distanza arriva una nuova menzione non altrettanto lusinghiera come i premi appena citati: per aver riconsegnato in ritardo due appartamenti anconetani usati per il set del film, la casa di produzione “Sacher” è stata condannata dalla Corte di Appello a pagare 15 mila euro di risarcimento ai proprietari, tre noti commercialisti di Ancona.


I fatti risalgono ad undici anni fà: per girare “La stanza del figlio” la location scelta dalla Sacher fu Ancona; il primo luglio del ’99 vennero affittate due abitazioni in Via Calatafini con l’impegno di lasciarle libere entro il 30 gennaio 2000. Gli appartamenti vennero riconsegnati ai legittimi proprietari con alcuni mesi di ritardo, il 30 aprile del 2000, solo dopo che il giudice aveva intimato lo sfratto alla Sacher.

Prima di rivolgersi alle vie legali i commercialisti sostengono di aver tentato un accordo con la casa di produzione chiedendo il pagamento del canone di locazione per il periodo di occupazione extra. Moretti e il suo entourage, diedero risposta negativa, costringendo i professionisti a passare per vie legali.

Moretti durante l’udienza di primo grado, venne ascoltato in Tribunale come testimone riferendo ai giudici che le riprese erano slittate a causa dello sciopero delle maestranze. Nonostante la vittoria del registra in primo grado, ora la Corte di Appello ha dato torto alla Sacher e al regista, condannandoli a versare la somma di 15 mila euro di risarcimento.

di Lorenzo Ceccarelli