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Jesi: preoccupazione riguardo la ‘Free CIE’

Rispetto alla decisione del governo di centrodestra di dotare tutte le regioni di Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), al momento Falconara non è compresa nella prima lista di nuovi siti, ma questo non ci rassicura per nulla sul fatto che la nostra regione possa ritenersi “Free CIE”.




Questa ennesima proposta del governo sul tema immigrazione e sicurezza va contrastata in ogni ambito, da quello politico-istituzionale alle piazze, in quanto i nuovi CIE non sono altro che un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) riverniciato a nuovo e venuto oltretutto anche male.

I CIE come i vecchi CPT nella sostanza sono loghi dove la garanzia del diritto viene sospesa; luoghi dove le garanzie minime di tutela della dignità della persona sono cancellate e soppresse.

Nel 2000 ho potuto visitare, insieme all’onorevole Cento, il CPT di via Corelli a Milano, e mi trovo ad ammettere amaramente di essermi vergognato di essere un uomo, di essere italiano.

Donne e uomini, privati della loro dignità, dei loro affetti, dei loro elementari diritti personali, imprigionati perché privi di un documento di riconoscimento.

Non credo proprio che sia possibile affrontare la complessità della questione immigrazione, enro una fase storica altrettanto complessa come quella che stiamo vivendo di crisi totale di ciò che abbiamo denominato “globalizzazione”, attraverso atti politici semplicistici e lesivi degli elementi cardini della democrazia e dello stato di diritto.

Condivido a pieno la posizione della presidente della Provincia Patrizia Casagrande e dell’assessore regionale Marco Amagliani: nessun CIE nei nostri territori; totale rispetto delle decisioni deliberate autonomamente dal nostro governo regionale e quindi rispetto alle decisioni deliberate dalla giunta regionale delle Marche in materia di immigrazione.

E’ ovvio oramai che la Legge Bossi-Fini ha fallito, perché fortemente intrisa di “ideologia”. Il problema vero e drammatico rimane lo stato di clandestinità e il tentativo delirante di onnipotenza di poter fermare gli sbarchi e controllare i flussi si è dimostrato ridicolo, prima che inefficace.

La clandestinità si contrasta con politiche di integrazione e non con iniziative “spot”, solo lesive del  diritto della persona alla cittadinanza. Per questi motivi esprimo la mia completa contrarietà alla creazione di un CIE nel nostro territorio e credo vada opposta disobbedienza sociale e civile alla legge sulla “delazione medica” sulla identità del paziente migrante irregolare.

Da Gilberto Maiolatesi

Assessore all’integrazione sociale – Jesi


Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Venerdì 27 febbraio, 2009 
alle ore 16:05
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