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A Montemarciano installate le “Casette dell’Acqua”: meno rifiuti in plastica

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Acqua pubblicaNei giorni scorsi sono state posizionate nel territorio del Comune di Montemarciano due “Casette dell’Acqua”. Si tratta di due strutture in cui l’acqua dell’acquedotto viene filtrata e distribuita al pubblico in maniera naturale o gassata, allo scopo di incentivare l’utilizzo di acqua pubblica – che nel nostro territorio ha tutti i crismi di “acqua minerale” ma su cui talvolta pesano ancora ingiustificati pregiudizi – e di ridurre la produzione di rifiuti di plastica, oltre che l’inquinamento per la produzione delle bottiglie, il loro trasporto, ecc.


Le due “Casette dell’Acqua”, realizzate dall’azienda italiana leader nel settore degli impianti ed accessori per la spillatura di bevande e punto di riferimento importante a livello europeo, sono state collocate a Montemarciano nei Giardini Quincy-sous-Sénart ed a Marina in Piazza Michelangelo: due zone centrali e frequentate dei centri abitati principali del Comune per agevolare l’utilizzo delle stesse da parte della cittadinanza.

L’Amministrazione comunale è fiduciosa, sulla scorta di analoghe esperienze maturate anche in comuni limitrofi, che l’iniziativa andrà a raccogliere i favori dei cittadini, sia perché può rappresentare un’evidente fonte (mai termine fu più appropriato) di risparmio economico per le famiglie, e tutti sappiamo quanto di questi tempi ciò sia importante, sia perché sta crescendo in maniera costante e visibile la sensibilità ecologica della popolazione montemarcianese: prova ne è, ad esempio, l’innegabile successo della raccolta di rifiuti “porta a porta”, che nel giro di pochi mesi ha fatto sì che la percentuale di differenziazione triplicasse.

L’auspicio è perciò quello che si metta in moto un circolo virtuoso che porti i cittadini a considerare una sana abitudine “farsi una passeggiata a piedi o in bici fino alla fonte”, cogliendo il controsenso che sarebbe l’usare l’acqua pubblica e prendere l’auto, inquinando, per farlo.

Del tutto fuori luogo è invece la polemica innescata dalla minoranza, di cui peraltro l’Amministrazione apprezza il consenso sull’istallazione delle “Casette”, e riguardante le strutture idrauliche sotterranee di Piazza Vittorio Veneto.

Si tratta di tre cisterne che nel secolo scorso e fino al secondo dopoguerra consentivano lo sfruttamento attraverso una pubblica fontana di una falda acquifera che scorre sotto il capoluogo.

Un insieme di strutture che ha certamente una grande valenza anche simbolica e che andrebbe quindi certamente recuperato sia per il suo valore storico e culturale che per quanto ha rappresentato per la vita sociale del capoluogo; tale recupero architettonico, tuttavia, molto difficilmente potrebbe portare ad un nuovo utilizzo funzionale dell’opera anche per via delle mutate esigenze ed i differenti standard qualitativi, come del resto si è già avuto modo di constatare per l’altrettanto storica Fonte Bella, posta nell’omonima via.

Inoltre i costi di restauro non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli relativi al posizionamento ed all’entrata in funzione delle due “Casette”.

Nel primo caso è infatti ipotizzabile un costo di diverse decine se non centinaia di migliaia di euro e tra l’altro questo tipo di spesa, al di là della possibile sostenibilità o meno da parte dell’Ente, è ad oggi preclusa per via delle attuali e discutibili normative sui vincoli di bilancio, che vietano anche le operazioni di recupero del proprio patrimonio storico.

Nel secondo caso parliamo invece di una cifra prossima allo zero.
Con soddisfazione si constata tuttavia che sul piano generale del recupero urbano del centro storico – che come l’area ex Consorzio testimonia è da tempo nelle principali attenzioni delle amministrazioni che si sono susseguite alla guida del Comune – si può trovare con la minoranza un costruttivo terreno di confronto.

dal Comune di Montemarciano

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Giovedì 5 aprile, 2012 
alle ore 21:22
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