AnconaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Basket, a tu per tu con il preparatore fisico dell’Aurora Jesi, Simone Bettini

"Dopo 8 anni, la voglia di migliorare e fare bene è sempre la stessa"

2.100 Letture
commenti
pallacanestro

Simone, sei arrivato all’ottavo anno qui all’Aurora tra settore giovanile e Prima Squadra. Come giudichi questa esperienza?

Bellissima, entusiasmante e molto impegnativa perché lavorare con i professionisti è, senza dubbio, stimolante ma necessita di una continua e costante crescita a livello professionale, imparando anche strada facendo. Il settore giovanile è il punto di partenza migliore per iniziare un’attività di questo tipo per crescere, acquisendo esperienza e responsabilità nel fare il salto successivo. Per quanto riguarda la mia personale esperienza, dopo 8 anni Jesi è ormai la mia seconda casa: sto bene e spero di continuare ancora questa avventura. Ogni anno è una nuova sfida con giocatori diversi e quindi gruppi diversi, ma la voglia di migliorare e far bene è sempre la stessa!

Che differenze ci sono nel passaggio da una compagine giovanile ad una Prima Squadra?

Sicuramente cambiano gli obiettivi. Nel settore giovanile si lavora per un obiettivo a lungo termine con lo scopo di aumentare le opportunità future dei ragazzi per far sì che siano pronti a fare il salto in una prima squadra. In Prima Squadra invece il target da raggiungere è la salute e la salvaguardia della condizione nell’arco di un anno per essere costanti e vincere subito. Ci sono poi anche rapporti ed interazioni diverse: facendo anche l’insegnante a scuola, posso dire che il lavoro con i ragazzini è diverso da quello di atleti che disputano campionati Nazionali; in più in una Prima Squadra ci sono abitudini e personalità diverse, anche culturali. In conclusione, l’importante è farsi sempre seguire da tutti per riuscire a rendere al meglio.

Quando si ricomincia l’attività la prima parte è solitamente concentrata sulla preparazione fisica. Come si lavora abitualmente all’inizio?

Per mia abitudine, preferisco che i giocatori arrivino qualche giorno prima per studiare e valutare il loro fisico, le loro possibilità e la loro condizione: per questo faccio fare sempre dei test di valutazione fisica, atletica ed aerobica. Per quanto riguarda la preparazione fisica, mi piace paragonarla alla cucitura di un abito da parte del sarto: per ogni giocatore è diversa e va fatta il più individualizzata possibile. È fondamentale, a mio avviso, conoscere sempre il profilo atletico del giocatore; a quel punto poi, con lo staff tecnico, si può programmare per capire come impostare il programma, sempre guardando i giocatori nella loro individualità. In questa prima fase di solito si lavora sulla forza funzionale e sulla potenza aerobica, senza tralasciare eventuali attività su debolezze o carenza fisiche.

E per quanto riguarda i carichi di lavoro di queste prime settimane?

Diciamo che in questi primi giorni l’approccio sarà crescente, con un inizio abbastanza tranquillo per poi entrare nel vivo nelle prossime settimane. Questo è fatto per abituare gradualmente i giocatori al lavoro più intenso che verrà fatto nei prossimi giorni.

Quanto è influente questa prima parte di preparazione fisica?

Nel tempo che intercorre tra il primo allenamento e la prima giornata di campionato il lavoro fisico ha ampio spazio perché bisogna creare una buona condizione che rimanga costante nell’arco di tutto l’anno. Durante la stagione invece non ci sono grandi richiami ma, a seconda del minutaggio e dello stress fisico di ciascuno, è fondamentale che il preparatore fisico, con tutto lo staff tecnico, gestisca al meglio gli atleti. Diventa importante trovare il giusto equilibrio tra impiego e condizione per far rimanere costante la forma fisica.

Che obiettivo ti poni a medio/breve termine?

Incrementare individualmente le capacità condizionali e le qualità funzionali del fisico di ciascun atleta.

Parlando invece più in generale, che consigli daresti a chi in questi giorni riprende un qualsiasi tipo di attività fisica?

Innanzitutto mi permetto di dire che l’attività fisica andrebbe fatta sempre perché è uno stile di vita e non semplicemente un metodo per perdere chili. Comunque nel programmare qualsiasi tipo di sforzo è importante chiedere sempre ad un professionista: non bisogna fare e basta ma bisogna fare nel modo opportuno!

Infine, tra qualche giorno il tuo primogenito compie un anno. Cosa ti impegna di più, lavorare sulla condizione fisica di un atleta o crescere tuo figlio?

Beh, sono due cose diverse! C’è però da dire che per me è veramente un’esperienza nuova ma bellissima: ho dovuto imparare qualcosa di nuovo!

Per concludere…

Per concludere voglio fare un “In bocca al lupo” a tutti per la nuova stagione, con la speranza di divertirci e di far divertire!

 

daAurora Basket Jesi

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Ancona Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!