Oltre 50 pullman da tutta la regione Marche sono arrivati ad Ancona per partecipare allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil e manifestare contro le politiche di riforma del governo Renzi. Almeno 8.000 persone, stando alle prime stime diramate dai sindacati, hanno sfilato per la città dorica esprimendo il proprio dissenso contro la riforma della pubblica amministrazione, il decreto delega sul lavoro conosciuto come Jobs Act e la legge di stabilità.

Un corteo che, partito da corso Carlo Alberto e sfilato per il centro fino a piazza Cavour, dove si è tenuto il comizio conclusivo, ha di fatto bloccato la città, paralizzando il traffico. Allo sciopero hanno aderito decine di sigle e associazioni dei lavoratori pubblici e privati (con punte di adesioni oltre il 70%), giovani e pensionati, tutti uniti sotto lo slogan “Così non va“.
Le politiche di austerity che hanno contraddistinto l’azione politica italiana ed europea negli ultimi mesi devono essere cambiate per permettere il rinnovo dei contratti e lo sblocco delle trattative contrattuali ferme da anni, per estendere i bonus anche ai pensionati e maggiore flessibilità in uscita, il che porterebbe anche a nuove assunzioni per i giovani.

Uno spezzone del corteo si è diretto verso il porto dorico bloccando il traffico di automobili e tir: in circa 200 tra attivisti dei centri sociali, degli occupanti di Casa ‘de Nialtri e dei lavoratori della logistica AdlCobas e SiCobas hanno praticamente fermato tutte le attività portuali con conseguenze persino sulla viabilità in ingresso e verso la città e determinando anche uno stop generale dell’imbarco e dello sbarco e la partenza delle navi.

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