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Assemblea pubblica delle opposizioni a Montemarciano: “Sindaco inadeguato, si dimetta”

Assemblea pubblica indetta dalle opposizioni montemarcianesiLe opposizioni montemarcianesi chiederanno le dimissioni del sindaco Serrani nel consiglio comunale straordinario di lunedì 19. La notizia è stata ufficializzata nell’assemblea pubblica tenutasi nella serata di mercoledì 14 dicembre. A spiegare la posizione delle minoranze consiliari, Bernardo Becci (Democratici per Montemarciano), Maurizio Grilli e Michela Magnini (Per Montemarciano) e Gilberto Ripanti (Pdl), tutti concordi nella richiesta di censura del comportamento dell’attuale primo cittadino Serrani e della sua giunta. Motivazione principale, la gestione degli avvenimenti, recenti e non, legati al cosiddetto Comparto C, che hanno coinvolto in prima persona l’ex sindaco Gerardo Cingolani.


Molti i cittadini intervenuti e sala gremita, tra i presenti anche vari esponenti politici delle passate legislature, all’assemblea pubblica indetta dalle opposizioni montemarcianesi. Domande e curiosità dal pubblico per una questione che coinvolge presente e passato della politica comunale.

Secondo i consiglieri d’opposizione, l’attuale maggioranza – molti membri della quale fecero già parte della precedente giunta Cingolani – sarebbe “incapace di amministrare e disponibile a mentire”, stigmatizzando con ciò la gestione della complessa vicenda della monetizzazione di una porzione del Comparto C. “Hanno responsabilità politiche innegabili, poiché dal 2008 è sempre stato solo il privato a trarre guadagno da quest’operazione”, ha dichiarato Bernardo Becci. Operazione che, in estrema sintesi, prevedeva la cessione al Comune, da parte dell’impresa edile Prima Costruzioni Srl di Falconara, di nove ettari e mezzo di un terreno adiacente il centro sportivo di Gabella. Il costruttore propose poi di cedere al Comune stesso solo tre ettari e trattenersi i restanti sei e mezzo, pagando all’ente come contropartita una cifra di 2 milioni 535mila euro: una cosiddetta monetizzazione di aree, appunto.

Da qui, si è snodata una lunga serie di trattative e relative delibere comunali che, secondo l’opposizione, ha essenzialmente favorito e tutelato l’interesse del privato a discapito di quello del Comune, essendo a tutt’oggi il credito inesigibile e quindi mai entrato nelle casse dell’ente. Inoltre, si è chiesto Becci, “se, per precisa volontà del’amministrazione, la somma è inesigibile, perché per due anni è stata comunque messa a bilancio? Considerano gli atti del Comune come carta straccia – ha insistito il consigliere d’opposizione – e non hanno rispetto neanche del loro lavoro. Un atto forte come la richiesta di dimissioni è una presa d’atto della loro incapacità ad amministrare e della loro disponibilità a mentire” su diversi aspetti della vicenda.

“Ci sono strade alternative da prendere in considerazione, ad esempio annullare la delibera iniziale, la 4 del 2008. E chiedere indietro non più soldi, che a questo punto potrebbero non entrare mai, ma l’area, il terreno. Ma ci vuole la libertà di poterlo fare, non essere legati mani e piedi all’interesse privato”, ha chiuso Bernardo Becci.

Maurizio Grilli ha poi inserito la problematica del Comparto C all’interno di quello che ha definito un vero e proprio “percorso, un preciso modo di gestire il bilancio e la finanza pubblica che oggi, al di là dei tagli governativi, sta penalizzando fortemente l’ente. Dalla nascita della giunta Serrani – hanno sottolineato Grilli, Ripanti e Magniniabbiamo assistito, per fare due esempi, ad errori nella stima degli oneri di urbanizzazione e ad un debito fuori bilancio dovuto ad un errore nei pagamenti”. Per le opposizioni, quindi, abbastanza per chiedere le dimissioni del sindaco nella prossima seduta del consiglio comunale, lunedì 19 dicembre alle 16.

Da Redazione

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Giovedì 15 dicembre, 2011 
alle ore 18:24
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