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Ancona, “Campo trincerato”: il nuovo ciclo a partire dal 7 luglio

AnconaSi è concluso con successo il primo ciclo di visite al “Campo trincerato” di Ancona avviato lo scorso 2 giugno. Quasi duecento persone hanno preso parte alle visite programmate nei primi quattro sabato del mese, molti provenienti dalla Provincia. Ora, dopo un sabato di sosta, il programma riprenderà sabato 7 luglio con il percorso 1, a Pietralacroce, da Forte Altavilla a Forte Garibaldi, con appuntamento alle 17 davanti all’ingresso di Forte Altavilla.


Le visite gratuite del “Campo trincerato” (il sistema di fortificazioni della città), è a cura del settore Attività culturali – Turismo del Comune e di quattro associazioni cittadine. Si tratta di una nuova iniziativa alla riscoperta del nostro passato perché Ancona, a partire dal 1860, con l’ingresso delle Marche nel Regno d’Italia, acquisì un ruolo primario nella difesa del nuovo Stato. Da qui la realizzazione di una formidabile cinta difensiva a cura del colonnello Giuseppe Morando, che è semplicemente colui che ha tracciato la pianta urbanistica della città moderna.

Lo svolgimento degli itinerari alla scoperta del “Campo trincerato” basato su percorsi guidati sono a cura di: Circolo naturalistico “Il pungitopo“, Laboratorio culturale di Ancona, “Stamira di Ancona” e Punto d’incontro “L’arcobaleno“. Ogni sabato è quindi  possibile svolgere nell’ordine: il primo percorso, “Pietralacroce, da Forte Altavilla e Forte Garibaldi” dall’ingresso di Forte Altavilla; il secondo, “Colle Astagno, dalla Cittadella alla Lunetta Santo Stefano” con partenza dall’ingresso della Cittadella; il terzo, “Fronte del porto, da Porta Pia alla Lanterna” (appuntamento a Porta Pia) e, infine, “Monte Cardeto, dal Forte Cardeto al Forte Cappuccini” (appuntamento sul piazzale della Villarey. Per prenotarsi: e-mail campotrincerato.an@gmail.com, oppure telefonicamente allo 071/2071725. Informazioni anche in Comune: sergio.sparapani@comune.ancona.it e nel sito www.comune.ancona.it/turismo/it

Dotata dell’unico porto dell’Adriatico idoneo ad ospitare la flotta militare, Ancona acquisì dopo l’Unità una notevole importanza nello scacchiere militare nazionale. Il “Piano difensivo” della città fu predisposto secondo lo schema del “Campo trincerato”: una serie di postazioni fisse disposte ad adeguata distanza dall’obiettivo in modo da arrestare le artiglierie nemiche fuori dalla gittata dei cannoni. Attenendosi a questo schema, vennero realizzate tre linee di difesa partendo da una distanza di circa 4.500 metri dal porto, ritenuta idonea a tenere lo scalo navale al riparo dai tiri d’artiglieria. Su un primo fronte furono costruiti i Forti Pezzotti, Lucarino, Montagnolo Torre e Montagnolo Chiesa, mentre su una seconda linea, più arretrata ma meglio difesa, vennero realizzati i Forti Altavilla, Garibaldi e Scrima.

Una nuova cinta muraria urbana rappresentava la terza ed ultima difesa della città dal lato di terra. Una serie di batterie poste lungo l’arco portuale e la falesia di nord-est, rappresentavano invece la difesa del “Fronte a mare”, così da contrastare eventuali attacchi di navi nemiche. Partendo da ovest si incontravano infatti: Batteria Savio, Batteria Porta Pia, Batteria di S. Lucia, Batteria Dorica, Batteria S. Agostino, Batteria del Molo, Forte Marano, Batterie S. Luigi e S. Augusto, Batteria del Semaforo, Batteria S. Teresa superiore e inferiore, e infine le Batterie S. Giuseppe inferiore e superiore.

Queste installazioni si basavano su di un adeguato supporto logistico a fronte di una presenza militare, in tempo di pace, di circa 6-7 mila uomini, aumentabili fino a 50 mila in caso di guerra, a cui bisognava dare alloggio e sussistenza. Per questa ragione e per motivi operativi furono realizzati immobili come la caserma Villarey, l’Ospedale militare, laboratori per artificieri e per le maestranze, magazzini d’artiglieria, due polveriere e altre strutture secondarie. Tutto questo, unito alle preesistenti installazioni militari pontificie, rese Ancona una città prevalentemente militare. Questa trasformazione fu principalmente opera del Colonnello Giuseppe Morando, Direttore del genio militare di Ancona, che progettò e diresse i lavori di tutti i cantieri realizzando manufatti di pregio che sono quanto di meglio si possa trovare nell’architettura militare ottocentesca in Italia.

dal Comune di Ancona

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Martedì 26 giugno, 2012 
alle ore 15:51
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