La crisi miete nuove vittime: le istituzioni violino il patto di stabilità
Dopo il dramma del tunisino che si è dato fuoco in Prefettura e dopo la donna 49enne che si è impiccata dentro le mura domestiche, è tempo di fare riflessioni serie sul sistema di sfruttamento economico e sulla crisi che sta impoverendo sempre di più e mietendo nuove vittime.
A farlo è il Centro Sociale Asilo Politico che vuole puntare l’accento su una situzione che se davanti ha persone inermi, dall’altro lato del “tavolo” ha quasi sempre istituzioni impotenti o sorde e poco attente alle esigenze e alle urgenze sociali che stanno rovinando il paese.
“Le continue umiliazioni, la solitudine e l’esclusione dai diritti fondamentali di cui ogni uomo e donna dovrebbero godere, l’hanno portata [la donna 49enne, Ndr] a scegliere il suicidio, rinunciando definitivamente alla sua vita. Powell, il figlio della donna in questione, a sua volta con un contratto precario, uno stipendio di 500 Euro al mese, con una moglie incinta, ed una bimba di due anni a carico, è un ragazzo di 24 anni, di origine polacche, abbandonato da piccolo dal padre, che noi abbiamo conosciuto attraverso la Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, in cui è tesserato come giocatore di calcio, nel ruolo di portiere nella squadra che milita in terza categoria – scrivono in una nota stampa.
“Dopo la triste notizia, abbiamo scoperto che Powell, e con lui la sua famiglia, compresa sua madre, aveva subito, due mesi fa, uno sfratto per morosità senza alcuna alternativa a disposizione. È proprio di questi giorni la notizia che una famiglia su nove nelle Marche non è più in grado di pagare il canone di locazione. Nelle Marche, circa 100 mila famiglie, il 15,9% del totale, sono in affitto. Nell’arco del 2012 sono stati emessi 1.202 provvedimenti esecutivi di sfratto per morosità su un totale di 1.252. Per questo non è più accettabile il disimpegno delle amministrazioni locali che fanno ricadere il problema sempre sul solito punto della mancanza di fondi.
Se sforare il patto di stabilità è illegale, pretendiamo dalle amministrazioni locali, ed in particolare dal Comune di Ancona, che infrangano la legge per evitare che, ancora una volta, la legge si abbatta contro la vita delle persone. Vogliamo che tutti gli alloggi e gli edifici abbandonati del Comune vengano aperti e dati in emergenza a chi attualmente si trova realmente in mezzo la strada, senza lavoro e senza la speranza di trovarlo. Oggi la situazione è drammatica e non c’è più un secondo da perdere con proclami o dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano.
Bisogna agire ed è necessario farlo ora!
Dal canto nostro, come forza sociale in movimento per il cambiamento, prenderemo le decisioni adeguate per affrontare una fase delicata e critica come questa.
Ci aspetteremmo che così inizino a fare anche coloro i quali hanno responsabilità istituzionali perché fino ad adesso di aperture verso la gente che soffre la crisi e l’emarginazione non ne abbiamo viste, quello che ci è dato di osservare, invece, è una chiusura su tutti i fronti.
Una cosa sia chiara però, non chiederemo l’elemosina a nessuno poiché la loro elemosina rappresenterebbe una briciola di tutti i soldi che, ogni giorno, ci vengono sottratti per agevolare chi di soldi già ne ha a palate.
Quello che faremo è riprenderci ciò che ci tocca di diritto: la dignità.
da Centro Sociale Asilo Politico
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