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Ancona, si dà fuoco per l’estrema povertà e precarietà: interviene il Csa Asilo Politico

Comune di AnconaAdesso basta, davvero! Sono storie che hanno dell’incredibile ma che al giorno d’oggi rappresentano la tremenda quotidianità di molti e molte e le inevitabili conseguenze di scelte politiche scellerate ed autodistruttive.



Qualche mese fa pubblicavamo un comunicato dopo che il venditore di pesce tunisino si era dato fuoco in prefettura e dopo che la madre di Pawel, il portiere della Polisportiva Antirazzista “Assata Shakur”, aveva deciso di togliersi la vita per questioni strettamente legate alle sue condizioni economiche e di senza casa.

Denunciavamo, allora, con estrema lucidità e durezza lo stato di difficoltà della madre di Pawel e di lui stesso, il quale, a sua volta, si è trovato senza una casa e senza la possibilità di affittarne una per il suo reddito troppo basso ed, oltretutto, precario.
Il nostro amico Pawel neanche dopo l’umiliante vicenda che ha portato alla morte della madre è riuscito ad avere il supporto che meritava la sua condizione dalle istituzioni locali.

Noi come Centro Sociale Asilo Politicoabbiamo sin da subito, non solo manifestato la nostra rabbia per l’assistenza negata alla mamma di Pawel, e a tutte le persone come lei, ma ci siamo attivati affinché a lui non si riservasse lo stesso indegno trattamento. La casa è un bene di primissima necessità per la vita di una persona ed è per questo che abbiamo fatto in modo di pretenderne una per lui andando ad interpellare chi ad Ancona ha competenze in merito. I servizi sociali del Comune e l’Assessore che si occupa della gestione delle case popolari sono stati contattati in più di un’occasione ma ogni volta era un diniego, ogni volta uno schiaffo alla dignità di una persona già abbastanza sofferente. La cosa più assurda è che ogni volta sembrava che si dovesse andare a chiedere l’elemosina al feudatario di turno, come se l’abitazione non fosse un diritto imprescindibile per una vita degna.

La frustrazione si somma a frustrazione e il fatto di vedersi negato un così elementare diritto è niente in confronto al fatto di sapere che il Comune ha della case popolari libere ed ancora sigillate e che non una di queste pare disponibile per lui, il motivo rimane un mistero tanto oscuro quanto assurdo. L’ultimo diniego l’ha subito lunedì nelle stanze del Comune, quelle stanze che dovrebbero servire a tutelarci come cittadini in realtà sono diventate stanze di frustrazione profonda per chi vi si affaccia.

logo del CSA Asilo Politico di AnconaPawel vive da diversi giorni, in condizioni di estrema precarietà, all’interno del nostro centro sociale (che assolutamente non è adibito a questo scopo) poiché non ha altre soluzioni.

Oggi (martedì 17 settembre, Ndr) proprio a seguito risposta negativa, come altri in questo drammatico periodo, ha deciso di tentare di darsi fuoco per cercare di attirare l’attenzione sul suo caso nella speranza di trovare al più presto una soluzione.
Le sue condizioni di salute al momento sembrano, per fortuna, non gravi.

Nel comunicato di maggio scrivevamo che non c’era più tempo da perdere, che bisognava agire ed incitavamo il Comune a trovare una soluzione per questi casi emergenziali, se necessario anche violando il patto di stabilità. Tutte parole spese invano.

A quanto dimostrano i fatti il tema dell’emergenza reale non importa a chi occupa posizioni di responsabilità, l’unica emergenza che si vuole affermare è quella per snellire le procedure e trovare scorciatoie per soluzioni affaristiche ed antidemocratiche.

A questa assurda farsa diciamo basta.
Ci reputiamo più che legittimati dai fatti avvenuti ad intraprendere qualsiasi percorso per garantire a Pawel, e a tutti quelli nella sua condizione, di beneficiare di un diritto innegabile, la casa.

da
Centro Sociale Autogestito “Asilo Politico”
Polisportiva antirazzista Assata Shakur

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Mercoledì 18 settembre, 2013 
alle ore 11:30
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