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Contributi “No tax zone”: boom di richieste a Jesi

Quasi 30 domande pervenute per accedere ai contributi per le attività in centro e nei borghi storici

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Veduta aerea di Jesi

Forte apprezzamento e pioggia di richieste per l’iniziativa dell’amministrazione comunale volta a sostenere le nuove attività del commercio e dell’artigianato che nascono in centro e nei borghi storici, attraverso contributi che abbattono la tassazione locale per tre anni.

Ben 27 sono state le domande per accedere alle agevolazioni pervenute a chiusura del primo bando che prendeva in esame le attività nate nel corso del 2014. Ora gli Uffici provvederanno a nominare la commissione che dovrà verificare l’ammissibilità delle domande e stilare la relativa graduatoria, tenuto conto che i punteggi maggiori sono attribuiti alle nuova attività avviata da donne, giovani fino a 35 anni o soggetti che hanno perso lavoro.

Ma, viste le risorse stanziate dal Comune – complessivamente 70 mila euro – c’è la certezza che tutte le domande regolari saranno finanziate.

Il contributo, come noto, è pari a 1.500 euro. Tale cifra è pari alla media stimata della tassazione locale per tre anni su numerose tipologie di negozi e laboratori (ad esclusione di quelli del settore alimentare o merce deperibile), comprendendo Tari, la percentuale Tasi a carico dell’inquilino e tassa pubblicità. Ne potevano beneficiare le attività presenti all’interno della “No tax zone“, come era stata definita l’area compresa tra il centro ed i borghi storici individuato dal Piano regolatore (San Giuseppe, Prato, via Roma, zona via Gramsci).

Frutto di un ampio e articolato confronto con le associazioni del commercio (Confcommercio e Confesercenti), dell’artigianato (Cgia e Cna), dell’industria (Confindustria) e con le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil), l’iniziativa intendeva dare un segnale di sostegno a quegli operatori economici che investono in questo particolare momento, con una attenzione particolare alle nuove attività di vicinato.

Malgrado la puntuale comunicazione alla Confindustria e alla ampia pubblicizzazione del bando, non sono invece pervenute domande per i cosiddetti “bonus assunzioni” riconosciuti ai datori di lavoro dell’attività manifatturiera (3 mila euro nel triennio).

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