Al Teatro Studio San Floriano “Valeria Moriconi” di Jesi va in scena “Decadence”
La televisione lo ha annunciato a reti unificate: ci sarà un suicidio di massa. In quella notte desolata, solo tre sono i superstiti, tre personaggi casualmente o miracolosamente scampati alla surreale tragedia. Che cosa si dicono? Cosa può accadere in quella notte? Sabato 26 febbraio, al Teatro Studio San Floriano “Valeria Moriconi” di Jesi, va in scena “Decadence” con la regia di Cristina Cirilli. Lo spettacolo, prodotto da Teatroluce e Res Humanae, con il patrocinio del Comune di Jesi, avrà inizio alle 21. La prevendita è attiva presso la Libreria Cattolica di Jesi. Il costo del biglietto è di 10 euro. Lo spettacolo sarà riproposto al Teatro la Vittoria di Ostra, il 6 marzo.
Una strada normale di una città normale, immersa nel buio, battuta da un vento caldo di scirocco. È un caldo appiccicoso. Ci sono porte che sbattono, lattine che rotolano. È una notte che anche senza la luna a illuminarla, sembra violentemente viva. Così avvolta nel silenzio, tutto perde i contorni. I pensieri e la mente sono capaci di fare quello che di giorno non potrebbero. Tutto può accadere. La televisione ha annunciato, a reti unificate, un suicidio di massa. Tutti hanno seguito quello che diceva la televisione, eccetto tre personaggi, ancora vivi, unici superstiti perché impegnati in altro. Tra bidoni della spazzatura e un chiosco di giornali, i tre personaggi si incontrano. Hanno nomi emblematici: Drao (dramma), Abir (profumo) e Satia (verità). Drao è un poeta che non riesce più a vedere le stelle, Abir è una giovane donna dell’alta borghesia in cerca di se stessa e Satia, una venditrice di giornali frustrata. Si incontrano per caso, o forse no, e si riconoscono. Di fronte a loro, in lontananza scorgono una enorme montagna che in realtà si rivela essere il cumulo di corpi ormai senza vita dell’umanità. Inizia così un percorso quasi catartico, nel quale i tre si raccontano, parlano di loro stessi, dei desideri, dei rimpianti, dei sogni, fino allo sfogo finale e alla metaforica purificazione. Al culmine della notte però non resterà altro che il silenzio invocato per tutto il tempo durante lo spettacolo. “Ascoltate!”, dice uno di loro. Ed eccolo il silenzio, la calma aperta, l’ultimo pietoso sollievo.
Interpreti in scena sono Cristina Cirilli (nel ruolo di Abir), Gianluigi Savini (Drao) e Monica Porcellato (Satia). La sottolineatura indispensabile della musica è affidata alla forza evocativa dei Marlene Kunz, con interventi anche della musica degli Afterhours. La regia, le scene e i costumi di “Decadence” sono ideati da Cristina Cirilli, anche autrice del testo insieme a Michele Ceppi, regista e docente nella sezione teatro del Pergolesi di Jesi. Insieme i due hanno già scritto e portato in scena anche “Carlo Urbani. La voce di un fiore di loto”.
Racconta Cristina Cirilli: “Questa piéce è nata in tempi diciamo non sospetti ed è stata rappresentata per la prima volta nel 2000. Oggi abbiamo deciso di riportarla in scena perché la situazione che viviamo sembra richiamarla in modo urgente e più che attuale”. Attrice e autrice teatrale originaria di Jesi, ma da anni attiva a Roma sia in ambito teatrale che televisivo e cinematografico, Cristina Cirilli ha lavorato con registi tra cui Andrea Buscemi, Emanuele Barresi, affiancando attori tra cui Corinne Cléry, Maria Grazia Cucinotta, Michele Placido, Ennio Fantastichini, Riccardo Scamarcio.
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