FI Ancona sul deficit delle Muse
La Corte dei Conti ha messo il dito nella piaga dei debiti, non sempre giustificabili in rapporto ai bilanci dell’Amministrazione comunale, sostenuti dalla Fondazione. E ancora una volta la lingua non può che battere sul dolente dente dei costi della produzione artistica in ambito lirico, dal nostro Partito sempre denunciata.
Secondo un’interpretazione del tutto originale del direttore Vlad, infatti, la produzione operistica peserebbe sul bilancio della fondazione quanto l’acquisto di opere già prodotte o la realizzazione di coproduzioni.
Fatto sta però che in tutta Italia teatri che fanno produzione operistica sono pochissimi e sempre di meno, viste le ristrettezze economiche degli ultimi periodi. Senza considerare poi che l’aver scommesso sul ruolo di "ricerca"e sperimentazione operistica di opere "minori" e sulla proposta o riproposta di opere pressoché sconosciute al grande pubblico ha ridotto ancora di più il Massimo cittadino delle capacità attrattive di finanziamenti privati e di spettatori. Se è giusto e corretto che l’organo ispettivo contabile non possa entrare nel merito dei programmi artistici, è altrettanto sacrosanto che venga fatta chiarezza nelle sedi istituzionali sui costi e ricavi della produzione lirica delle Muse.
Quali opere hanno trovato una reale commercializzazione nell’ambito nazionale e internazionale? Qualcuno ci spiega com’è che proprio l’opera di Hindemith, quantunque di riconosciuto valore artistico – sia stata eliminata dal cartellone della stagione operistica dello scorso anno di Macerata che, tra l’altro, la proponeva non allo Sferisterio bensì al Lario Rossi? È chiaro che il presupposto dal quale muove Vlad sia sostenibile solo in un’ottica artistica e avendo a disposizione infinite risorse. Per lo stesso motivo essa risulta del tutto impraticabile e irresponsabile da proporre nella realtà anconetana.
Qualcuno si è mai chiesto perché Vlad, Orazi e tutti quei direttori e sovrintendenti che si sono avventurati sulla strada della produzione lirica siano stati poi contestati se non addirittura costretti alle dimissioni per le spese incontrollate dei bilanci delle fondazioni teatrali?
È giunta l’ora, come più volte richiesto da Forza Italia, di azzerare il management artistico e gestionale delle Muse, di ricalibrare la politica culturale del Massimo dorico su baget più sostenibili per l’Amministrazione comunale e di addivenire a quella ottimizzazione delle spese delle fondazioni teatrali (Muse e Stabile) invocata dalla Corte dei Conti snellendo i rispettivi consigli d’amministrazione e revocando l’incarico (peraltro molto oneroso) del direttore dello Stabile, in passato già messo in discussione dal Comune di Ancona e dalla stesso CdA delle Muse.
Da Marco Gnocchini
Capogruppo di Forza Italia – Comune di Ancona
Paolo Lovascio
Capogruppo di Forza Italia – Provincia di Ancona
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