AnconaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Direttamente dall’alter-realtà: intervista ad Andrea Giorgi

Il creatore dell’altrove

Opere di Andrea GiorgiUniversi interi eretti a partire da uno schermo in cui il vuoto è pressato. I comandi e gli strumenti come condizioni essenziali e propizie al principio: un “big bang” elettronico, o qualunque altra “diavoleria” sia stata all’origine, qui si ripete, continuamente. Pixel dopo pixel, come cellule vitali di un intero e complesso sistema. E avviene la creazione.



Una realtà completamente “altra”, un altrove congelato come dentro a una sfera di vetro o, meglio ancora, di resina traslucida. Luoghi che sono non luoghi, spazi che esistono unicamente per la loro capacità riverbero. I corpi sono di solida gelatina limpidissima, di metalli alieni o di mercurio: nessuna imperfezione, nessuna bolla d’aria. Uomini e donne, donne soprattutto, contemplanti e immobili, carichi di pensieri inespressi. Il volto è quello di tutti: una maschera su cui di colpo appare l’emozione dello spettatore, un riflesso anch’essa, su quei visi di quarzo, eppure fragili e lisci.
Andrea Giorgi è un creatore di mondi: un po’ come se giocasse ogni volta a fare Dio, ma senza presunzione e con il gusto – anche – di prendersi un po’ in giro.

Dal design all’arte: come ci sei arrivato? Raccontati..

Opere di Andrea GiorgiNel mio percorso, da persona estremamente curiosa, mi sono messo alla prova nei vari campi creativi: dall’architettura al design e a quello grafico, fino ad arrivare all’arte. C’è una grande affinità tra questi settori, li lega l’emozione che si prova nel cercare di inventare e rappresentare un qualcosa che, nella realtà, ancora non esiste! Ho progettato abitazioni, barche, siti internet, pubblicità, oggetti… un po’ di tutto, insomma! Un giorno, mentre ero davanti al computer (particolarmente stressato!), ho sentito il bisogno di dare forma a ciò che mi cresceva dentro, di raffigurare le mie emozioni! Mi sono ben presto reso conto che, riuscire a creare un’immagine adatta a tradurre determinati pensieri e sensazioni, mi faceva stare bene…
Certo! Il processo creativo è stato faticoso! Provavo quasi un dolore fisico se non ottenevo l’espressione giusta, ma al termine di questo “travaglio”, stavo davvero bene! Praticamente una terapia!
Poi, un giorno, ho scoperto per puro caso una comunità di artisti in rete: ho cominciato, quasi per gioco, a “caricare” le immagini dei miei lavori. Da subito mi sono arrivate proposte per una collettiva, poi un’altra e un’altra ancora! Così, ho iniziato ad esporre, a conoscere altri artisti, a vedere le emozioni altrui tradotte con altri mezzi…
È stato bello! Sono entrato in un mondo nuovo abitato da gente bellissima, diversa e aperta a tutto ciò che è nuovo…

Quali pro e quali contro ha la digital art rispetto ai mezzi ritenuti consueti e tradizionali (prettamente manuali e quindi “artigianali”, che conservano il senso del “manufatto”), secondo il tuo punto di vista?

Angeli senza tempo, opera di Andrea GiorgiPer rispondere a questa domanda, è necessario separare l’arte digitale in due distinte cerchie: quella bidimensionale e quella tridimensionale.
Quella bidimensionale è molto simile alla pittura tradizionale. Maneggiare un mouse, non è poi tanto diverso dal maneggiare un pennello! Anche l’utilizzo di determinati programmi rispetto ad altri, equivale ad adoperare una spatola piuttosto che una spugna. Con il computer, l’immagine può essere modificata all’infinito, ma la stessa cosa può essere fatta anche nel caso dei colori a olio. Con il computer si possono produrre più esemplari, ma lo stesso si può fare a mano libera, solo che occorre più tempo. Il discorso invece, cambia nel caso della digital art tridimensionale, ossia quella che utilizzo io. In questo caso, viene ideato un vero e proprio mondo a tre dimensioni, frazionabile in infinite e diverse immagini bidimensionali (come se fossero gli scatti fotografici di un set) e ricomponibile come video o come sculture. I personaggi che creo possono essere stampati in qualsiasi dimensione negli appositi centri per stampe in 3D. Ecco quindi, che con il computer si possono creare immagini, video e sculture. Le possibilità sono infinite, posso creare una scultura stando in casa e produrla in stampa tridimensionale dall’altra parte del mondo! È comunque faticoso e stressante stare ore e ore davanti allo schermo di un computer. Spesso preferirei mettermi seduto davanti al mare con un cavalletto e una tavolozza di colori in mano… Il limite più grande della digital art lo genera la diffidenza che la gente nutre per un’opera che può essere riprodotta un’infinità di volte, o addirittura copiata! Ho avuto a che fare con più di una persona affascinata dai miei lavori, poi divenuta circospetta, scoprendo che erano prodotti digitali. Tempo fa, ho fatto realizzare una mia opera a un bravissimo pittore e l’ho esposta in galleria. Il risultato è stato che tutti hanno preferito la stampa digitale per via dei particolari metallici e dei riflessi, necessari al fine materico dei miei lavori e impossibili da riprodurre, anche da una mano esperta!

Conoscendoti da tempo, ho notato un netto cambiamento nel tuo modo di “trattare” la figura femminile: presenza perennemente al centro delle tue opere. Sembra ci sia stato un vero e proprio percorso, una sorta di crescita da una comunicazione fra sessi complessa e alle volte inesistente (come nella serie degli “Incastri mentali”),o l’impotenza di fronte alla privazione (“La pietà” in cui le canoniche parti sono invertite), fino poi, a diventare soggetto prepotente dell’opera, dominante, procreatrice… puoi analizzarmi tali passaggi?

Equilibrio instabile, opera di Andrea GiorgiNei miei lavori rappresento la mia esistenza. In questo piccolo universo la figura centrale è proprio la donna, anzi, le donne che mi hanno accompagnato nella vita percorsa fino ad ora. Nelle prime opere di fatti c’è un preponderante senso di assenza (il lutto per la perdita di mia madre quando ero molto piccolo), passando per la malinconia e la riflessione su donne deboli e insicure. In seguito, la ricerca di un rapporto che fosse quello giusto (l’incastro mentale, appunto) e poi, è stata la vola della figura femminile divisa fra l’essere angelo o diavolo e, per ultimo, l’”Angelo armato”: la donna forte e sicura, sempre pronta e capace di lottare per proteggere il suo mondo.

Cosa l’arte coeva, secondo te, dovrebbe imparare, capire, cogliere dal suo tempo, e cosa il nostro tempo dovrebbe imparare dall’arte?

L’attuale “globo” dell’arte dovrebbe imparare a sfruttare i molteplici mezzi disponibili nel presente, tenendo conto del fatto che, oramai, le distanze sono completamente annullate. È possibile vedere da vicino un’opera realizzata in Australia, poi volare a Parigi per visitare una mostra e poi, ancora, acquistare un’opera da un pittore Russo e farsela recapitare direttamente a casa. L’arte oggi è globale, universale, ogni barriera è completamente abbattuta. Di contro, l’arte è anche un mezzo comunicativo arcaico e remoto, quindi, il nostro tempo, la storia che stiamo “scrivendo”, dovrebbe saper cogliere i segnali che l’arte invia. Tuttavia, mi rendo conto che ciò sia estremamente difficile: da ogni fronte giungono bombardamenti informativi; raffiche veloci e approssimative…

Nel giro di poco tempo hai imparato a destreggiarti fra concorsi, esposizioni e le tante occasioni che il panorama attuale propone. Hai qualche consiglio per chi sta per intraprende questo stesso percorso?

io così piccolo, così grande, opera di Andrea GiorgiBeh, è fondamentale che ognuno faccia il proprio percorso. Se guardo indietro, ho fatto alcune cose giuste, ma altre sbagliate; spesso, quella che sembrava un’ottima opportunità, si è rivelata un flop totale, mentre altre iniziative, sfavorite sulla “carta”, si sono dimostrate ottime vetrine. Per quanto ci si possa documentare riguardo alla marea di iniziative proposte, alla fine, un pizzico di fortuna non guasta mai! Arrivano ogni giorno inviti per un gran numero di iniziative. Sarebbe bene evitare le proposte di quelli che chiamo “affittamuri”, ma occorre anche capire che, soprattutto in questo periodo storico, la parola gratis non funziona affatto. Un contributo è quindi da valutare, cercando di capire se, nella gestione dell’evento, c’è professionalità e se possa risultare utile per aprire altre strade e buone occasioni. Inoltre, è meglio lasciare stare tutti quei consigli gratuitamente elargiti da chiunque! È bene ragionare e sperimentare con la propria testa. Non è affatto utile la “fretta di arrivare” o essere disposti a tutto: così ci si brucia. Per eccellere ci vuole tempo, costanza, impegno, tanta passione e un pizzico di fortuna. E per finire… mai abbattersi davanti a un insuccesso, ma capire da dove è scaturito il problema, cosa è andato storto e riprendere la propria strada, facendo tesoro di ogni esperienza.

Verso quali mete (sempre secondo te!) l’arte coeva sta remando?

Credo che sia stata superata la fase in cui, per essere un “artista” credibile, era necessario stupire o scioccare. Ora, forse a causa della forte crisi dei valori, del fallimento della società consumistica e del periodo in cui tutto va nel verso sbagliato, ci sia una sorta di ritorno a un’arte più concettuale, più impegnata. C’è anche una vera e propria riscoperta del sacro, la ricerca di una qualche entità (o ente?) a cui sia possibile credere e che, in qualche maniera, sia capace di rassicurare sulla venuta di un futuro migliore.

Si vede che provi gusto nello sperimentare i vari materiali, mezzi e supporti. Qual è quello più adatto alla tua idea di resa artistica?

Attesa, opera di Andrea GiorgiSono estremamente attratto dalla ricerca dei nuovi materiali in tutti gli ambiti, tanto che è un punto di forza nella mia professione di yacht designer. Adoro soprattutto i materiali trasparenti o riflettenti, magari molto colorati. Per la stampa in 2D utilizzo molti supporti leggeri, stampo su tutto, dalla tela all’alluminio, dal vetro acrilico al marmo o sulla ceramica. Eppure, quello che preferisco è il forex, un pannello in pvc che dona all’immagine un aspetto opaco ed elegante. Per il 3D uso la stampa su resina o plastica, poi ricopro tutto con vernici metallizzate.

Qual è il genere, o l’autore del passato, che più ti emoziona (ristabiliamo un contatto!)

Sono tanti e tutti diversi gli artisti che mi affascinano! Alcuni sono ormai storicizzati, mentre altri sono giovani promesse. Sono anche un appassionato collezionista. A casa, per dirla tutta, ho più opere di altri che mie! Se proprio devo fare un nome però, direi che Walter Valentini mi ha sempre fatto emozionare! Ricordo la sua personale alla Mole Vanvitelliana di Ancona come la mostra più bella che abbia mai visitato! Trovo le sue opere particolarmente eleganti e adoro perdermi tra il tempo e lo spazio che, oltre tutto, sono elementi che mi affascinano da sempre… e poi, è marchigiano! Un punto in più a suo favore!

Conosco Andrea da tanto e gli sono troppo affezionata per poter descrivere, oltre che l’artista, anche la persona che c’è dietro: non sarei obiettiva. L’ho conosciuto “professionalmente” e incontrato personalmente, solo molti mesi dopo. Da lì, so solo che, se ci capita di stare insieme, dopo un po’, non ce n’è per nessuno: arte, idee, idee per l’arte… e caroselli di risate.

di Laura Coppa

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Giovedì 11 aprile, 2013 
alle ore 19:40
Tags
Come ti senti dopo aver letto questo articolo?
Arrabbiato
In disaccordo
Indifferente
Felice
D'accordo
Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Ancona Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!