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Comitato Vallesina: sulla Sadam e sulla disoccupazione

Venerdì 27 Febbraio 2009 il Comitato per la Tutela della Salute e dell’Ambiente della Vallesina ha partecipato ad un convegno organizzato dal PD a Moie sulla crisi occupazionale delle nostre zone.




Uno dei relatori di tale convegno era il neo-assessore regionale Fabio Badiali al quale il Comitato ha consegnato il seguente volantino, in cui vengono riportate delle forti perplessità, proprio dal punto di vista occupazionale, derivanti dalle dichiarazioni dello stesso Badiali sui media locali:

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Sollecitato da una domanda del Comitato, Badiali si è lanciato in un difficile gioco di “equilibrismi dialettici” volto a giustificare le sue dichiarazioni apparse sui giornali. Ancora una volta, comunque, abbiamo dovuto ascoltare un politico che, praticamente, delegava le responsabilità delle scelte sui tecnici della regione che saranno interessati nelle valutazioni dei progetti, dando quasi l’impressione di ignorare che la questione è politica e non solo tecnica.

C’è però un particolare del suo intervento che ci ha ancora una volta sfavorevolmente colpito.

Il neo-assesore, infatti, ha parlato dell’atto di indirizzo votato lo scorso 13 dicembre 2008 dalla quasi totalità dei consiglieri di maggioranza del Consiglio Comunale di Jesi.

Proprio quel documento, che il Presidente Maccaferri di Eridania-Sadam, con una caduta di stile ancora oggi mai spiegata e mai seguita da una richiesta di scuse,  aveva definito “fantomatico”, è stato oggetto di critiche, neanche tanto velate, da parte del neoassessore. Ed ancora una volta è stata forte la spiacevole sensazione di un politico legato alle istituzioni regionali, che, davanti ad una dichiarazione come quella dell’imprenditore emiliano,  invece di difendere in maniera ferma,  chiara e palese l’operato dei rappresentanti dei cittadini, membri del parlamento comunale jesino, sembrerebbe pronto, usando una metafora, a “lasciare il cerino in mano” ai tecnici delle valutazioni ed al comune di Jesi. La cosa, per altro, non ci sorprende troppo, dato che lo stesso Badiali, alla festa provinciale del PD di settembre, espresse in maniera piuttosto chiara proprio un concetto similare, ed anche nella discussione del consiglio comunale del 13 dicembre 2008 alcuni assessori jesini utilizzarono proprio tale metafora per descrivere una certa situazione di solitudine istituzionale.

Ma oggi c’è qualcosa di nuovo nell’aria. Infatti il segretario del PD di Jesi, Nicola Vannoni, ha lanciato un severo altolà ad eventuali travalicamenti di tale atto, tanto indigesto per alcuni.

Come conciliare i commenti “assessoriali” con quelli “segretariali” ?

Ricordiamo le parole precise del segretario del PD jesino, che ha, secondo la stampa locale detto: “non ci sono le condizioni per firmare l’accordo di riconversione a meno che il Gruppo Maccaferri abbia modificato il progetto di riconversione sulla base delle indicazioni del Consiglio Comunale”.

Del resto il problema si interseca anche nella questione dei rapporti tra l’assessore Badiali e l’intera maggioranza jesina: non ricordava l’assessore le dichiarazioni di appena poche settimane fa dei gruppi consiliari di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani che hanno invece chiarito la imprescindibilità dell’Atto di Indirizzo ? Ed il Sindaco Belcecchi e l’assessore Olivi che posizione avranno, rispetto a tale difficile diatriba?

L’assessore Badiali, dunque, dubita perché non sa se la riconversione Sadam sia cosa buona o sbagliata, pur lanciandosi (nei giorni scorsi) in dichiarazioni circa la sostenibilità di impianti ad olio. Dimentica forse l’assessore che l’olio di palma è prodotto in paesi dove la popolazione è sfruttata dalle multinazionali e le foreste pluviali sono smantellate per far posto a palmeti ?

Vale la pena di ricordare, a nostro parere,  che sul territorio, importanti attori economici del mondo agricolo (soprattutto le cantine del territorio in cui Badiali è stato eletto) si sono apertamente espresse contro tali impianti. E dello stesso avviso sembrerebbe essere il Ministero dell’Agricoltura che, stranamente, ha ulteriormente rinviato l’incontro romano deputato alla questione della riconversione. Ci chiediamo se per l’azienda,  sia stato un fatto sconcertante  e difficile da digerire. Ci chiediamo inoltre se un politico di lungo corso, assai navigato come il nostro neoassessore, non riesca a cogliere simili segnali interpretandoli per quello che valgono. Forse che il ministero abbia intenzione di destinare i milioni di euro dei certificati verdi agli agricoltori?

Per ciò che ci riguarda, pur ribadendo le nostre posizioni su quell’ atto di indirizzo, a nostro parere assolutamente insufficiente e troppo blando, ci auguriamo che i partiti che hanno fatto propria la mozione del 13 dicembre sappiano mantenere fede almeno a quegli obiettivi minimali che si erano prefissati. Ne và della loro credibilità. E ci auguriamo che qualsiasi nuova proposta di accordo di riconversione venga portata in Consiglio Comunale, in modo di dare l’opportunità ad ogni singolo consigliere di esprimere, di fronte a tutta la città, la propria opinione ed il proprio voto sulla riconversione proposta da Sadam.

Auspichiamo che al più presto tutti i Sindaci della Vallesina esprimano in maniera chiara ed univoca le loro posizioni su questa delicatissima problematica che riguarda lo sviluppo, la salute e l’ambiente della Vallesina e dei suoi circa 85 mila abitanti.

A tal fine, ci faremo promotori di iniziative sul territorio volte a favorire la possibilità, a tutti i Sindaci e Candidati Sindaci della Vallesina, di esplicitare le loro opinioni riguardo la proposta Sadam di  riconversione dello zuccherificio di Jesi.

Da Comitato per la Tutela della Salute e dell’Ambiente della Vallesina

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Giovedì 5 marzo, 2009 
alle ore 16:39
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