Aveva pagato con lo scooter, con un televisore a cristalli liquidi e con una lavastoviglie la dose, quella fatale che lo ha stroncato nel pomeriggio di lunedì 30 marzo all’interno della sua abitazione in via dei Maestri del Lavoro.

Le indagini proseguono e la squadra mobile di Ancona ha arrestato nella giornata di martedì 31 marzo una giovane donna di 34 anni, Simona Pasqualini, ritenuta responsabile dello spaccio che ha fornito a Luca Maria Cariglia la dose mortale. Appartenente alla famiglia Spinelli-Di Rocco è finita in cella con l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

In casa sua sono state rinvenute sei dosi di cocaina, per circa 4 grammi di peso, che giovedì 2 verranno confrontate con le tracce di droga trovate accanto al corpo del giovane padre di 32 anni. Successivamente, nella stessa giornata verrà svolta l’autopsia sul cadavere dal dottor Raffaele Giorgetti dell’istituto di medicina legale di Torrette.

Il legale della nomade arrestata, Davide Toccaceli, si è per ora limitato a commentare di non aver ricevuto comunicazione sulle contestazioni precise mosse alla sua assistita, la qualesembra sostenga di aver passato la giornata di lunedì prima in ospedale e poi con i parenti.

Oltre al reato di detenzione ai fini di spaccio, Simona Pasqualini è indagata anche per morte come conseguenza di altro delitto, come sempre avviene in casi come questo. A lei, gli investigatori sarebbero arrivati grazie a sms e tracce di telefonate intercorse con la vittima che sono state rinvenute sul cellulare di Cariglia.
Sul funerale ancora non si sa nulla: alle porte del ristorante Vanvitelli, all’interno del Lazzaretto di Ancona, c’è appeso solo un cartello “Chiuso per lutto”.

Di Carlo Leone