La riconferma di Vlad e la nomina della Papa rappresentano l’ennesima occasione mancata da questa Amministrazione comunale per condividere le scelte che riguardano le competenze professionali anziché imporle come diktat di partito.

Ad una selezione per la scelta del direttore del Massimo anconetano che avrebbe dovuto seguire esclusivamente i canoni dell’assoluta professionalità e della comprovata esperienza ad alti livelli di gestione dei contenitori culturali si è ancora una volta sovrapposto il calcolo politico di parte che con ogni probabilità i cittadini sconteranno allorché il Comune di Ancona si troverà a ripianare i debiti del teatro riproponendo quella che ormai appare consolidarsi come la “tassa sulle Muse”.

La scelta di Velia Papa è stata preferita a quella di altri professionisti ed in particolare della dott.ssa Vento che avrebbe trovato sicuramente più condivisione anche tra i gli stessi rappresentanti di maggioranza all’interno del CdA delle Muse. Analogo discorso per quanto riguarda la proposta avanzata da una parte del centrosinistra che ha indicato nella persona di Ernani la figura in grado di assommare le competenze di direttore artistico e di sovrintendente, facendo così risparmiare alla Fondazione i costi relativi al pesante compenso relativo ad Alessio Vlad la cui riconferma è avvenuta addirittura prima di sapere se Ancona dovrà dividere con Roma tale importante funzione.

Avremmo voluto maggiore condivisione, avremmo voluto cioè che i criteri delle scelte fossero quelli indicati della tanto sbandierata delibera comunale sui curricula dei candidati ai ruoli tecnici degli Enti partecipati. Invece oggi ci teniamo Velia Papa, assessore del Pd di Senigallia ed ex direttrice del teatro di Polverigi. 

Da Marco Gnocchini e Vincenzo Rossi