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Whirpool fa marcia indietro, no a licenziamenti e alla chiusura degli stabilimenti

Esultano istituzioni e sindacati; l'accordo dovrà ora essere approvato dai lavoratori tramite referendum

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Sede Indesit

Finalmente i lavoratori degli stabilimenti ex-Indesit di Fabriano e Albacina possono tirare un sospiro di sollievo: dopo l’incontro andato in scena giovedì 2 luglio presso il Ministero dello Sviluppo economico a Roma, Whirpool ha fatto tabula rasa del proprio piano precedente, impegnandosi a mantenere inalterato il numero di lavoratori attuali, oltre a revocare ogni ipotesi riguardante la chiusura degli stabilimenti presenti in Italia.

La multinazionale americana ha anzi presentato un progetto atto a potenziare la produzione negli impianti italiani: è stata infatti pianificata una crescita di 650.000 unità rispetto alle stime precedenti, parallelamente a degli investimenti superiori a 513 milioni di euro. L’Italia diverrà difatti sede della produzione di oltre il 75% dei prodotti destinati alla cosiddetta area Emea, comprendente Europa, Medio Oriente e Africa. Lo stabilimento di Albacina, come già annunciato, verrà accorpato a quello di Melano, senza però nessun esubero tra i lavoratori.

Esultano tutte le parti impegnate negli ultimi mesi nell’estenuante trattativa che ha condotto a questo risultato. Trapela molta soddisfazione dal premier Matteo Renzi e dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ma anche dal neoeletto Presidente regionale Luca Ceriscioli, il quale ha sottolineato che l’impegno profuso da istituzioni e sindacati “ha premiato e tutelato il lavoro e i lavoratori”.

Pareri positivi sull’accordo sono stati espressi anche da parte dei rappresentanti sindacali, come Rocco Palombella (segretario generale Uilm), Marco Bentivogli (segretario generale Fim) e dal segretario generale della Fiom, Maurizio Landini.

Raggianti anche diversi esponenti dell’Ugl: il segretario confederale Ermenegildo Rossi ha parlato di “un accordo essenziale per il futuro di migliaia di lavoratori e per le prospettive del comparto del bianco ed elettrodomestici in Italia”, mentre il segretario generale Francesco Paolo Capone ha evidenziato come il risultato raggiunto sia frutto della “condivisione di un unico obiettivo tra tutte le parti in causa, governo compreso”. L’accordo dovrà essere ora ratificato dai lavoratori tramite un referendum, previsto per il 13 e 14 luglio.

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