“Il Consiglio regionale delle Marche ha deciso di intraprendere, accanto alle altre Regioni italiane, la via del referendum in difesa del Mare Adriatico. Si tratta di un’azione volta ad abolire alcune norme dei decreti Sblocca Italia e Sviluppo che consentirebbero nuove trivellazioni per la ricerca, lo sfruttamento e l’estrazione di petrolio e gas metano di fronte alle nostre coste, permettendo di prescindere dal parere delle Regioni. E’ necessario conciliare lo sviluppo sostenibile con il rispetto per l’ambiente, difendendo turismo, occupazione e qualità della vita”. Così Antonio Mastrovincenzo, Presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche, è intervenuto ieri dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale, dei quesiti referendari contro le nuove trivellazioni in Adriatico.

Il Titolo V della Costituzione considera la materia energetica concorrente tra Stato e Regioni che non possono, quindi, essere esautorate da scelte strategiche di così grande importanza. “Va riaffermato il principio di leale collaborazione – ha detto Mastrovincenzo – tra Stato e Regioni che rappresentano l’anello più importante di collegamento tra il centro e i territori e quindi i cittadini.”

La deliberazione del Consiglio è stata presa dopo il via libera della Commissione Ambiente della Regione cui il Presidente Mastrovincenzo aveva subito sottoposto la proposta dei referendum dopo la decisione, presa all’unanimità la scorsa settimana, dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali.

Giovedì 24 settembre, a Campobasso, i Presidenti dei Consigli regionali torneranno a riunirsi per fare il punto sull’iter referendario sul quale, in questi giorni, si stanno esprimendo le Regioni: Puglia, Basilicata, Abruzzo, Marche, Molise, Calabria, Campania, Veneto, Sicilia, Sardegna, Liguria.