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Ancona, Legambiente presenta le criticità di mare e coste delle Marche

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Allarme foci: fortemente inquinate le 10 analizzate. Legambiente: “In mare gli scarichi non trattati di oltre 400 mila marchigiani, potenziare subito la rete depurativa dell’entroterra”

Goletta Verde di Legambiente nel porto di SenigalliaLe cattive notizie per il sistema marino-costiero delle Marche viaggiano lungo fiumi e corsi d’acqua minori, arrivando alle foci da cui si riversano mare. Sette dei 10 punti campionati, infatti, arrivano dalle foci dei fiumi e sono risultati gravemente contaminati da inquinamento microbiologico. Altrettanto inquinati anche i campioni prelevati dai corsi d’acqua minori analizzati: i torrenti Tesino e Menocchia e il fosso Albero.
 


È questol’allarme lanciato da Goletta Verde – la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo di Consorzio Ecogas e Novamont – a conclusione della tappa marchigiana.

Le criticità del mare e delle coste delle Marche sono state presentate ad Ancona da: Giorgio Zampetti, Coordinatore scientifico Legambiente, Luigino Quarchioni, Presidente Legambiente Marche, Franca Poli, Responsabile scientifico Legambiente Marche, Leonello Negozi, Responsabile fiumi Legambiente Marche, e Adriano Santato, Presidente Circolo Legambiente Porto Sant’Elpidio.

Focalizzate sui punti critici, le analisi dei biologici di Goletta Verde hanno evidenziato con campionamenti puntuali una situazione di forte sofferenza presso le foci dei fiumi, con grave rischio anche per le zone limitrofe. Una situazione che conferma il quadro emerso nel 2009, quando erano risultate gravemente contaminate le foci di Aso, Chienti, Esino, Foglia, Metauro, Musone, e Tronto. Presi di mira anche quest’anno, Aso, Chienti, Esino, Folgia, Metauro e Musone si sono dimostrati ancora una volta gravemente inquinati. Quest’anno, inoltre, alla lista nera dei fiumi fortemente contaminati si sono aggiunti anche il Taviolo, i torrenti Tesino e Menocchia e il fosso Albero.

Se è vero che le analisi dei biologici del Cigno Verde parlano di risultati in linea con quanto già rilevato nella scorsa edizione della campagna, è altrettanto vero che a inizio estate 2010 è cambiata la normativa sulle acque di balneazione, introducendo limiti di assai più generosi rispetto ai vincoli che sono stati in vigore fino alla scorsa stagione. Il bilancio del monitoraggio, quindi, potrebbe evidenziare una situazione di tendenza al peggioramento, piuttosto che una situazione allarmante, ma stabile.

Prelievi al fosso AlberoSe i dati ufficiali dichiarano che la gran parte della costa marchigiana è balneabile, ci sono altri numeri che descrivono una situazione sulla depurazione ancora irrisolta – commenta Giorgio Zampetti, portavoce di Goletta Verde –. Nelle Marche, secondo i dati del Bue Book relativi al 2009, la depurazione delle acque reflue raggiunge un’efficienza del 70% lasciando scoperti quasi 430 mila abitanti. Per risolvere alla radice i problemi di trattamento delle acque reflue e offrire un efficace servizio di depurazione anche al 30 % delle popolazione che al momento ne è priva, occorre che si impegnino e che facciano la loro parte per risollevare la situazione lungo il corso dei fiumi anche e soprattutto i comuni dell’entroterra“.

Il territorio marchigiano si presenta come un territorio con un’adeguata copertura fognaria e di impianti di depurazione. Tuttavia la popolazione servita dalla rete fognaria e da un impianto di trattamento finale varia in modo considerevole, oscillando tra il 40 e il 90%.

Ad essere sprovvisti di sistema di depurazione sono soprattutto i Comuni dell’entroterra, compresi i municipi con meno di 2000 abitanti, dove potrebbero essere realizzati impianti di fitodepurazione, con notevoli vantaggi ambientali ed economici – spiega Franca Poli, Responsabile scientifico Legambiente Marche –. Considerando i singoli capoluoghi di provincia, invece, ci sono casi di città virtuose e casi di città meno eccellenti. Decisamente buona l’efficienza depurativa di Ancona, dove il 97% della popolazione usufruisce di tale servizio e solo 3 mila persone ne sono escluse. Meno bene Pesaro, che depura l’83% delle sue acque reflue, ma lascia quasi 16 mila cittadini senza depurazione. In perfetta sintonia con la media regionale Macerata, la cui efficienza energetica si attesta sulla soglia del 70% e lascia scoperti dal servizio quasi 13 mila cittadini. Fanalino di coda Ascoli, la cui efficienza depurativa è solo del 61%, soglia che taglia fuori dal servizio più di 20 mila persone“.

Le cattive notizie per il sistema marino-costiero marchigiano non si limitano solo alle lacune del sistema di depurazione regionale, ma arrivano anche dagli illeciti lungo le coste.

In questo caso, però, a fare scempio delle nostre spiagge non sono i batteri, bensì gli illeciti commessi in mare e sul demanio marittimo: pesca di frodo, cemento, speculazioni edilizie e consumo di suolo – ha illustrato Luigino Quarchioni, Presidente Legambiente Marche –. Come denunciato dal rapporto Mare Monstrum 2010 di Legambiente, infatti, nella nostra Regione sono stati sequestrati oltre 12 mila chili di prodotti ittici per pratiche di pesca illecite che minacciano l’intero settore. Ma sono stati registrati anche 86 casi di abusi su demanio marittimo. Considerando anche scarichi illegali (94) e infrazioni al codice della navigazione le Marche hanno fatto registrare 2,1 illeciti per chilometro di costa. Proporzione che porta questa Regione al terzo posto nella classifica delle regioni italiane per reati commessi lungo la linea di costa, dietro a Campania ed Emilia Romagna“.

Legambiente ad AnconaPer avere notizie positive bisogna, invece, volgere lo sguardo al turismo sostenibile e di qualità, che nelle Marche ha fatto segnare risultati importanti, come i 14 comuni premiati con le Vele della Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano. Guida che segnala le 364 località costiere di mare che hanno scommesso sulla qualità a trecento sessanta gradi, coniugando l’offerta turistica al rispetto dell’ambiente. Hanno conquistato quattro vele i comuni di Sirolo e Portonovo di Ancona; tre vele per Fano, Grottammare, Porto Potenza Picena, Senigallia; mentre a Cupra Marittima, Gabicce Mare, Numana, Pedaso, Porto Recanati, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e San Benedetto del Tronto sono andate due vele. Le Marche si distinguaono, inoltre, per la nutrita presenza di strutture ricettive aderenti a Legambiente Turismo, l’etichetta ecologica nel turismo più importante in Italia e la seconda: ben 39.

I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che viaggia via terra e vengono effettuate le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità/salinità).

SCARICA LA TABELLA DI LEGAMBIENTE SULL’INQUINAMENTO NELLE MARCHE (pdf – 13 KB)

da Legambiente Marche

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Mercoledì 7 luglio, 2010 
alle ore 18:25
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