Prelevava via computer migliaia di euro dagli sportelli ATM, smascherato tecnico
I fatti contestati si sarebbero verificati tra il 2012 e il 2014 in diversi istituti bancari locali
Al termine di indagini durate almeno 3 anni, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, Ruggero Dicuonzo, ha portato alla luce una torbida vicenda relativa a degli ammanchi di denaro che hanno interessato alcuni istituti bancari locali tra il 2012 e il 2014: l’operazione è stata denominata “Remote ATM“.
Di fondamentale importanza l’operato della Polizia Postale, che è riuscita a risalire all’identità del malfattore pur a distanza di anni dai reati commessi: si tratta di un tecnico a cui era stata affidata la gestione dei servizi informatici di diversi sportelli ATM, i quali venivano manipolati attraverso una complessa procedura.
L’uomo, forte del suo libero accesso presso le banche in questione, era infatti riuscito a penetrare nei sistemi degli sportelli automatici e a non lasciare alcuna traccia del proprio passaggio: utilizzando un apposito software, egli era in grado di controllare a distanza il funzionamento degli ATM, erogando in tal modo consistenti somme di denaro (quantificabili complessivamente in diverse migliaia di euro) a suo piacimento.
Tale opera, inoltre, era facilitata dal fatto che nei locali interni che davano accesso ai bancomat non vi erano telecamere di sicurezza, a differenza di quelle presenti esternamente. A lungo andare, però, questi ripetuti prelievi sono balzati all’attenzione dei funzionari degli istituti di credito, i quali hanno dunque avvertito le autorità competenti in materia.
Gli agenti della Polizia Postale, dopo lunghi accertamenti, hanno stretto la morsa intorno al tecnico in questione, i cui spostamenti sono stati monitorati tramite l’analisi delle celle telefoniche situate nelle vicinanze degli ATM colpiti. Il computer dell’uomo, infine, è stato passato al setaccio, lasciando trapelare diverse prove a carico del suo comportamento illecito: convocato per un interrogatorio presso il Tribunale di Ancona, egli ha confessato le proprie responsabilità, asserendo di aver sottratto il denaro per poter ripagare alcuni debiti di gioco.
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