Il circolo vizioso delle ideologie
Purtroppo ci risiamo. Sono passati 50 anni dall’ultimo episodio ed esempio di cosa significhino e a cosa portino le ideologie, intese come Verità per cui vale la pena morire ed uccidere e che vedono nell’avversario ideologico/politico il Nemico, e già ci siamo dimenticati. O meglio alcuni. Che però bastano a rovinare tutti noi se non ci opponiamo prontamente.
Poche persone, alcune migliaia bastarono su delle coscenze indebolite dalla crisi, come sono le nostre oggi, a portare il fascismo al potere con l politica della paura. Certo molti appoggiarono il fascimo, ma quanti veramente erano contenti di morire o uccidere in suo nome? Una riflessione da farci oggi ancora, visto che qualcuno sembra ritornato dal passato. Questo almeno è ciò che sembra dopo le scritte di pochi giorni fa di ignoti sulle pareti della sede comunista di Tavernelle.
“Un gesto che testimonia la vigliaccheria e la miseria umana di singoli disadattati in cerca di un’affermazione che, evidentemente, la vita che conducono non è in grado di dargli. Ciò che preoccupa non è tanto l’episodio in sé, ma il fatto che simili avvenimenti sono palesemente resi possibili grazie all’irresponsabile sdoganamento del fascismo più becero messo in atto anche da importanti esponenti del governo, a partire dal ministro della Difesa La Russa. Uno sdoganamneto che, come dimostrano le cronache degli ultimi mesi, ha contribuito non poco ad alimentare oltraggi e violenze in tutta Italia, prima nei confronti dei soggetti sociali più deboli come gli immigrati e, ora, verso le organizzazioni democratiche e della sinistra”.
Così Simone Massacesi, responsabile partito sociale di Rifondazione Comunista, sulle scritte offensive apparse nella sede dell’Anpi e al colombario del cimitero di Tavarnelle.
Speriamo a questo punto che il partito di Rifondazione ora non voglia accettare questa sfida stupida e suicida e non dia seguito a quel circolo vizioso che sappiamo già come è finito.
A. Fabietti
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