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Montemarciano, richiesta di dimissioni del Sindaco: la risposta dell’Amministrazione

Liana SerraniReplica decisa dell’Amministrazione di Montemarciano alla richiesta, avanzata dalla minoranza consiliare, di dimissioni del Sindaco Liana Serrani. In relazione alla vendita dell’area in zona Gabella e sulla presunta mancata riscossione degli interessi, la risposta è che gli interessi non possono essere esigibili dai proprietari fino alla stipula di una nuova convenzione. Inoltre non sarebbe vera la presunta svalutazione di monetizzazione, in attesa di future nuove perizie.


In relazione alla richiesta di dimissioni presentata dalla minoranza nei confronti del Sindaco Liana Serrani, l’Amministrazione comunale di Montemarciano chiede che sia integralmente riportato il seguente comunicato:

“Come spesso capita quando non si hanno argomenti, constatiamo che anche in questa circostanza c’è chi la vuole buttare in gazzarra.
Da un lato questo è un buon segno: dimostra da che parte è la ragione. Fosse per questo, quindi, nemmeno varrebbe la pena replicare. E’ per puro rispetto della cittadinanza che perciò si ribadisce che le osservazioni della minoranza – con annessa ridicola richiesta di dimissioni – sono assolutamente destituite da ogni fondamento e basate sul più patetico populismo.

Innanzi tutto ribadiamo la volontà di tenere assolutamente separati, come non sembra fare la minoranza, il piano giudiziario da quello politico pur rilevando che, a quanto si sta apprendendo, anche la prima vicenda sembra stia evolvendo positivamente per l’ex Sindaco, per il quale pertanto crediamo verrà dimostrata la totale infondatezza delle accuse di corruzione.

Veniamo ora ai fatti.
La minoranza chiede le dimissioni dell’attuale Sindaco e della sua Giunta.
Motiva, a quanto è dato sapere, questa richiesta con la mancata riscossione, da parte dell’Ente, degli interessi per la vicenda della monetizzazione dell’area situata in zona Gabella. Il valore dell’area è stato quantificato in circa € 2.500.000: gli interessi non riscossi sarebbero dunque una discreta sommetta ed il mancato introito degli stessi costituirebbe evidentemente un pesante danno erariale.

Ci si chiede, quindi: se la minoranza è effettivamente convinta che l’Amministrazione non ha preteso quanto doveva riscuotere, perché fermarsi alla richiesta di dimissioni e non denunciare?
La risposta è che la minoranza sa bene che il credito per il pagamento degli interessi non è esigibile, ossia che i proprietari dell’area non devono nulla al Comune fintanto che non verrà stipulata la convenzione di lottizzazione; per questo abbaiano alla luna e menano il can per l’aia ma si guardano bene, per non andare in direzione dell’assurdo, dal muoversi secondo criterio.

Il credito non è esigibile né sono esigibili interessi sullo stesso. Il credito non è esigibile perché l’atto unilaterale d’obbligo con cui i proprietari dell’area si sono impegnati a cederne parte al Comune riporta per iscritto che il passaggio di proprietà sarebbe avvenuto quando fosse stato approvato il piano attuativo per l’urbanizzazione dell’area e stipulata la convenzione fra le parti (proprietà e Comune).

E’ stata stipulata la convenzione fra Comune e proprietà della terra? No.
Quindi il terreno o il suo controvalore economico non passa al Comune. Come pretenderebbe dunque la minoranza di chiedere gli interessi su qualcosa su cui non si vanta alcun diritto?

Ma la minoranza continua: dice che la richiesta di pagamento di interessi era qualcosa che il Comune doveva fare.
Forse la minoranza fa riferimento al punto 3, lettera c) della Delibera consiliare n. 4/2008. Vi si legge: “in caso di ritardi nei pagamenti imputabili alla ditta Prima Costruzioni saranno inoltre dovuti interessi nella misura legale.” Ebbene questa nota, peraltro posta in maniera unilaterale, è stata successivamente regolamentata in modo diverso e quindi superata dalla Delibera consiliare n. 133/2009 laddove si legge che una volta firmata la convenzione fra le parti, la proprietà si impegna a versare l’importo della monetizzazione in due rate: la prima contestualmente alla stipula della convenzione stessa e la seconda, entro il 30 novembre dell’anno successivo.
Detta seconda rata sarà soggetta ad interessi nella misura di legge decorrenti dalla data di stipula della convenzione.

Inoltre l’eventuale svalutazione del valore della monetizzazione è una questione del tutto pretestuosa e superata dalla nuova perizia che l’Amministrazione ha richiesto all’Agenzia del Territorio nell’aprile scorso, che dovrà quantificare l’attuale valore dell’area e che perciò comprenderà l’eventuale svalutazione monetaria.

Infine, nel sottolineare che la legittimità dell’agire dell’Amministrazione nell’operazione suddetta e la base legislativa e normativa su cui poggiano le valutazioni espresse sono suffragati da pareri tecnici e giuridici che in quanto tali nulla hanno di politico, si rilevano la miopia e le contraddizioni di una minoranza che sembrerebbe voler portare alla rottura dell’accordo con la proprietà; rottura che farebbe venir meno sia la monetizzazione che la realizzazione a spese della proprietà stessa delle numerose opere di urbanizzazione a servizio dell’insediamento. Alla faccia della coerenza e dell’interesse della comunità.”

dal Comune di Montemarciano

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Venerdì 2 dicembre, 2011 
alle ore 18:10
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