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Geologi: necessità di una legge unica e organica per il territorio delle Marche

Gennari, quello che succede in altre parti d’Italia ci dimostra che, anche da noi, non c’è più tempo da perdere. Bene la nuova norma sulla riqualificazione urbana ma tante leggi rallentano, se non vanificano, un governo serio del territorio.
 
 “Le Marche sono tra le regioni a più alto rischio idrogeologico. Non c’è più tempo da perdere, come dimostrano anche gli ultimi drammatici avvenimenti che si verificati in Liguria, Toscana e Sicilia, per non tacere dei fenomeni d’esondazione che la primavera scorsa e i mesi precedenti hanno interessato i principali fiumi delle Marche. 
 


Per questo, riteniamo che sia necessaria e urgente una legge organica di governo del territorio, un testo unico che si occupi della pianificazione territoriale e urbanistica in funzione della difesa del suolo, della sostenibilità ambientale e dello  sviluppo, in termini di tutela e salvaguardia dai rischi geologici, che anche nella nostra regione sono molto rilevanti”.

Lo afferma Enrico Gennari, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, commentando la nuova legge regionale 22 del 2011 in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico. “Per la prima volta, nella normativa regionale – sottolinea positivamente Gennari –, viene introdotto il principio della compatibilità idraulica a livello delle trasformazioni territoriali, con un’analisi certamente più vasta e completa rispetto alle componenti ambientali che interferiscono con il livello di rischio idraulico esistente”.

Ma, secondo il presidente dei geologi marchigiani, “il proliferare di proposte di legge, in materia di risorse idriche e servizio idrico integrato, di riduzione del rischio sismico e della gestione dei corsi d’acqua e la conseguente frammentazione delle competenze, rallenta, se non vanifica, l’azione di un governo serio del territorio, rivolto ad un’effettiva prevenzione e mitigazione che non può più essere procrastinata”.

Nel testo della legge 22 del 2011, critica Gennari, “manca completamente il riferimento alle indagini e agli studi geologici che debbono necessariamente accompagnare e indirizzare le scelte di programmazione e d’attuazione dei programmi per la riqualificazione urbana, che, a questo punto, chiediamo a viva voce sia almeno introdotto nel regolamento della legge stessa di prossima emanazione”. Secondo Gennari, “la legge poteva rappresentare un’importante opportunità anche per introdurre il concetto delle indagini di microzonazione sismica che già tante altre Regioni hanno da tempo adottato. Nelle Marche non siamo all’anno zero ma siamo indubbiamente molto, troppo indietro.

Non vi può, infatti, essere sicurezza e riqualificazione urbana e sostenibilità ambientale senza conoscere il reale rischio sismico delle aree interessate. Questi aspetti, nonostante i ripetuti richiami e solleciti, non sono stati purtroppo previsti, nonostante le nostre puntuali osservazioni, perdendo un’occasione anche per incentivare i privati e gli Enti alla realizzazione di studi di microzonazione sismica”.

Gennari esprime, inoltre “la forte preoccupazione dei geologi su quella che sarà l’applicazione della legge. La Regione e gli Enti locali, vista la scarsità delle risorse con cui si debbono confrontare quotidianamente, saranno in grado di realizzare, finalmente, la necessaria prevenzione anche attraverso la manutenzione dei sistemi territoriali, oppure, malgrado la legge, continueranno a dover agire solo nell’emergenza?”.

Gennari sottolinea, ancora, che “occorre, poi ricordare che l’Unione europea ha definito una direttiva comunitaria, la 2007/60/CE, sulla valutazione e sulla gestione dei rischi da alluvioni, recepita dall’Italia solo nel 2010. Ma, da allora, ci chiediamo, cosa è stato fatto nel territorio nazionale ed in quello regionale per prevedere quanto richiesto dalla Ue?

Che cosa stanno facendo Regione, Province e Comuni per sapere, con esattezza e non a spanne, le portate di piena critiche attese, le altezze idriche e le superfici d’allagamento, le direzioni di deflusso di correnti liquide o di colate di fango, come purtroppo, giorno dopo giorno, si sta verificando, anche in relazione ai cambiamenti climatici in atto che interessano territori sempre più esposti e vulnerabili?”.

da Ordine dei Geologi delle Marche
 

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Lunedì 5 dicembre, 2011 
alle ore 18:21
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