Il Segretario provinciale del Partito Democratico di Ancona, Emanuele Lodolini, interviene sulla Riforma del Mercato del Lavoro chiedendo sull’art 18 una correzione radicale. Lodolini interviene nel giorno della Direzione nazionale e l’indomani di una importante iniziativa promossa dai Democratici a Mergo sulla vertenza “Alta Definizione”.


La questione apertasi sulla riforma dell’articolo 18 è giustamente avvertita come centrale dall’opinione pubblica. Chi ne minimizza la portata non ne coglie aspetti fondamentali tanto sul piano dei rapporti sociali, quanto sul piano politico e culturale. È in gioco la tenuta di un modello di società in cui il valore del lavoro non è subordinabile a quello del mero profitto e la condizione esistenziale di lavoratore non può essere sottratta ad alcuno senza una giusta causa. All’iniziale mobilitazione della Cgil è di certo positivo si siano unite le richieste di aggiustamenti di tutto il mondo sindacale, così come estremamente significativo è il giudizio espresso dalla Conferenza Episcopale Italiana tramite l’ arcivescovo Bregantini.

La proposta del Governo, che eppure contiene molte innovazioni da noi proposte in materia di tutela del lavoro femminile, dell’occupazione giovanile, dei contratti a tempo indeterminato, deve essere radicalmente corretta, in particolare per quanto riguarda i cosiddetti licenziamenti per motivi economici per i quali cadrebbe ogni possibilità, anche per un giudice, di decretare il reintegro di un lavoratore licenziato ingiustamente

La scelta del percorso parlamentare con la proposta di un disegno di legge aiuta a creare le condizioni perché queste correzioni vengano apportate, conservando invece le diverse buone novità contenute nella riforma, specialmente quelle tese a migliorare le condizioni dei tanti (troppi) lavoratori precari. Per questo risulta non comprensibile l’atteggiamento di chiusura al confronto assunto da taluni già prima che si avvii il dibattito parlamentare. L’Italia deve affrontare la crisi con coesione, per poterla superare.

Il Partito democratico si batterà in Parlamento per cambiare la riforma del mercato del lavoro consapevole che senza dare impulso alla crescita e allo sviluppo del Paese non si avranno benefici per l’occupazione. E lo sviluppo non si crea colpendo i diritti dei lavoratori, ma con maggiore giustizia sociale.

Il PD si è assunto pienamente e coraggiosamente le sue responsabilità dando un appoggio determinante alla nascita del Governo Monti. Si è trattato di una scelta responsabile, che ha posto l’interesse nazionale davanti all’interesse di parte consentendo al Paese di iniziare a superare un passaggio emergenziale (rischio Grecia) cui ci avevano condotto le inadeguatezze del Governo Berlusconi-Bossi, a cui sono oggi riconducibili anche gli aumenti dell’Imu, dell’Irpef e delle altre tasse che non vengono di certo dal cielo.

Chi ha pensato di poter mettere in difficoltà il Pd strumentalizzando questa vicenda, ha riposto male le sue speranze. Il PD ha una posizione forte, chiara e condivisa, come dimostra la Direzione nazionale di oggi nel corso della quale ha fatto bene Bersani a rivendicare il sostegno leale e convinto al Governo Monti e ad indicare i punti sui quali dobbiamo promuovere una nostra iniziativa autonoma: sollecitare un piano straordinario per contrastare la recessione, correggere la riforma del mercato del lavoro per evitare i licenziamenti facili, fare della riforma elettorale e istituzionale una battaglia prioritaria.

Il Pd, dice giustamente Bersani, è un grande Partito e dobbiamo sentire su di noi la responsabilità di un passaggio stretto, sapendo ascoltare le ragioni di malessere sociale e sapendo dare un contributo nel senso del cambiamento e della coesione sociale.

da PD Ancona